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Benevento, il presidente Vigorito: “Chi si diverte stia a casa. Voglio onore e dignità”

Il numero uno del club campano ha accettato la dura contestazione dei tifosi. umiliati da una classifica a dir poco imbarazzante: 1 punto e 16 sconfitte in 17 giornate. “Ci sta tutto, ma non onorare la maglia. Chi scende in campo pensando di essere al campetto vada via. Viene pagato, ha dei doveri, ora basta. E De Zerbi non si tocca”
A cura di Alessio Pediglieri
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Con la Spal si sognava finalmente la gara della svolta, la prima storica vittoria in Serie A, i tre punti che avrebbero dato un senso ad una stagione già compromessa ma comunque da onorare. E invece, nemmeno un gol perché nel 2-1 con cui i campani hanno dovuto abbandonare mesti il proprio stadio il Benevento non ha segnato, godendo per qualche istante di una sfortunata autorete avversaria. Poi, col 90° e la sedicesima sconfitta su diciassette partite è scoppiata la giusta contestazione. Verso i giocatori, il mercato, la società. Umiliante disputare la Serie A in queste condizioni, trasformando una favola in un tormento che sta già facendo storia a sè.

Pazienza finita, tifosi in rivolta

Tutti sul banco degli imputati: i tifosi hanno perso la pazienza. 16 sconfitte in 17 partite, un solo punto rimediato grazie alla prodezza di Brignoli al 94′ e prima e dopo il nulla assoluto. Una situazione insostenibile anche da parte di una tifoseria che ben sapeva delle difficoltà della massima serie ma che si era apprestata a vivere l'avventura con il sorriso sulle labbra, un tifo incondizionato e la gioia di poter assistere a gare altrimenti irripetibili, contro il Milan, l'Inter, la Juventus, il Napoli.

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Tutto da rifare, adesso conta solo l'orgoglio

Oggi, a Benevento si respira aria di contestazione, figlia di una classifica in cui le brutte figure sono oramai all'ordine del giorno. Manca la squadra è vero, una rosa che possa essere definita all'altezza della situazione. Ci può stare anche una campagna acquisti sbagliata, alcuni infortuni o assenze che hanno complicato tutto. Ma ciò che non è accettabile è la mancanza di orgoglio e di onorare la maglia indossata.

Il mea culpa di Vigorito

Ovviamente i giochi sono oramai fatti, ancor prima della parentesi di gennaio c'è poco da salvare. Il presidente Vigorito ha accettato la rabbia dei propri tifosi ma ha le mani legate: con un solo punto, la salvezza già distante 18 lunghezze e l'impossibilità di operare in inverno sul mercato per cambiare il trend obbligano il Benevento a tener duro e sperare di chiudere in modo più dignitoso di come ha iniziato.

Abbiamo perso tutto, ma non dobbiamo perdere la dignità. La colpa è di tutti, compreso me, perché siamo tutti responsabili quando si fanno piangere dei bambini allo stadio. La campagna acquisti è stata sbagliata, potevamo dare maggior esperienza alla rosa, adesso cercheremo di innestare qualche rinforzo con queste caratteristiche.

Bacchettate ai giocatori, fiducia a De Zerbi

Gli strali di Vigorito si abbattono soprattutto sui propri giocatori, rei di non star onorando i 90 minuti del campo. Appoggio invece, al meo tecnico De Zerbi che più di Baroni non ha colpe

Forse i giocatori non capiscono di essere dei professionisti, chi vuole divertirsi vada al campetto della parrocchia, chi viene pagato deve giocare con impegno e dignità. Il tecnico ha grande orgoglio e farà di tutto per continuare con dignità questa stagione che era iniziata come un sogno. Ci sta dando un'impostazione tattica importante. Anche oggi tre occasioni non sfruttate"

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