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Bee Taechaubol, ecco chi è il magnate thailandese che vuole il Milan

Bee Taechaubol: 40 anni, magnate thailandese, Ceo di Thai Prime, società che opera nel settore del private equity, patrimonio stimato in 1.2 miliardi di dollari, è l’uomo interessato all’acquisto del Milan. “Chiedo una quota superiore al 50%, non la totalità del club: ho presentato un’offerta di un miliardo di euro”
A cura di Maurizio De Santis
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Comprare pezzi di aziende (anche non quotate in Borsa), il cui brand abbia appeal e potenziale economico, farle decollare e poi rivenderle quando il loro valore s'è moltiplicato in maniera esponenziale. Il ‘kingmaker' dell'alta finanza è Bee Taechaubol: 40 anni, magnate thailandese, Ceo di Thai Prime, società che opera nel settore del private equity, patrimonio stimato in 1.2 miliardi di dollari, è l'uomo interessato all'acquisto del Milan. Non tutto e subito, ma un po' alla volta: adesso il 30% (contatti avviati, si attende una risposta entro la fine di febbraio in base all'opzione call) e 300 milioni di euro da versare subito nelle casse rossonere, tra tre anni la maggioranza del pacchetto azionario per una cifra che arriverebbe al miliardo di euro. Piano ambizioso, da mille e una notte, e da valutare.

L'intento è serio di quelli che possono lasciare il segno indelebile nei tempi e cambiare la storia anche del club più titolato al mondo. A conferma delle indiscrezioni e delle voci che ormai stanno ottenendo sempre più concretezz nei fatti, ci sono le prole dello stesso magnate thailandese che con un'intervista a un quotidiano del suo paese, il Bangkok Post, è venuto allo scoperto: "Ho presentato un'offerta di un miliardo di euro per rilevare una quota di maggioranza del Milan. Chiedo una quota superiore al 50%, non la totalità del club: entro febbraio si può chiudere l'affare". La replica di Fininvest è arrivata subito: "Non siamo interessati alla cessione di quote di maggioranza dell'Ac Milan. Vari soggetti hanno mostrato interesse per partnership relative al Milan stesso, ma non esistono colloqui di qualche concretezza e tantomeno preaccordi o incontri decisivi in agenda".

Mr B., quello del Biscione, ci pensa. Ed è tentato dal liberarsi dal club divenuto un fardello per le finanze non più floride come una volta, non foss'altro per la tremenda manovra d'accerchiamento subita negli ultimi anni culminata con la sentenza del Lodo Mondadori e una somma di mezzo miliardo di euro da corrispondere alla Cir. Nella proposta veicolata al Cavaliere c'è un particolare tutt'altro che trascurabile: la disponibilità da parte del gruppo subentrante a non stravolgere l'attuale assetto societario – almeno per il momento – e soprattutto confermare Barbara Berlusconi come capofila del settore strategico dell'area marketing, commerciale.

Mr B., l'altro, il rampollo di una famiglia che ha fatto fortuna anche investendo in progetti immobiliari, industriali e commerciali localizzati in Thailandia e in Australia, non è nuovo a imprese sportive e al mondo del calcio: c'era la sua mano dietro la sponsorizzazione del Gls, Global Legend Series, una sorta di tour di ex campioni voluto da Fabio Cannavaro (ora tecnico del Guangzhou Evergrande al posto di Marcello Lippi): un progetto, quello dell'ex Pallone d'Oro dopo la vittoria di Berlino 2006, che ha portato a Bangkok, Singapore, Kuala Lumpur e Shanghai giocatori dalla carriera illustre e che hanno contribuito con le loro prodezze a scrivere pagine indimenticabili del calcio internazionale. Figo, Owen, Scholes, Deco, Shevchenko, Kluivert, Nesta, Seedorf… gente da Milan, quello di una volta.

Per quello del futuro, invece, servirà attendere ancora. Mr B., il Ceo thailandese, va in pressing e prova a bruciare la concorrenza dei cinesi del Gruppo Wanda. Con l'ad Galliani che propenderebbe (e in questo prova a convincere anche lady B. e il Presidente) per l'ingresso nel club di un socio di minoranza, così da evitare scossoni futuri. Jianlin, a capo della holding che ha già comprato i diritti del calcio italiano pagando a Infront un miliardo di euro, resta sullo sfondo ma non in secondo piano. E la costruzione del nuovo stadio del Milan in zona Portello è una delle variabili di una possibile operazione.

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