Beckham in lacrime per il suo addio al calcio col PSG (VIDEO/FOTO)
Le lacrime hanno il potere di portar via tutto. Impetuose, tracimano come un fiume in piena. Sgorgano da dentro e ripuliscono l'anima. Quando al 35′ della ripresa Ancelotti ha sostituito Beckham, concedendogli la standing ovation, il campione dei due mondi, che ha vinto tutto da Manchester fino alle Americhe, è tornato ragazzino. E ha pianto. Sopraffatto dal senso angoscioso di non ritorno, che toglie il fiato e stringe il cuore in una morsa. Davanti agli occhi gli è passata tutta la vita: da quando, appena 14enne, Sir Alex era accanto a lui come un padre mentre firmava il primo contratto col Manchester United, al Parco dei Principi che ha celebrato la sua grandeur tra giochi di luci e lingue di fuoco. I red devil, il Real, il Milan e la Nazionale di Sua Maestà, lacci e scarpette, punizioni da antologia, palle tagliate e tiri taglienti, gomitate galeotte, infortuni, la folla che esulta, il gol e il portiere che s'inchina alle sue prodezze: tutto finito, riposto nell'album dei ricordi che nell'anima ha un posto speciale, custodito in un angolo della memoria, protetto dal cuore. Che batte a mille, fino a scoppiargli in petto: David s'avvia a piccoli passi verso la panchina, prova a nascondersi il viso tra le braccia, le alza, applaude e saluta il pubblico. Ha gli occhi lucidi, tutto gli appare sfocato. Lavezzi gli sorride e gli scompiglia i capelli con una carezza vigorosa. Lui li aggiusta e li rimette in riga, non può resistere. In fondo, è sempre un'icona del look e del contegno. Il tecnico lo abbraccia e lui s'accomoda a terra, nei pressi della panchina, avvolto nel drappo rosso e blu del Psg. Sua moglie, Victoria, in tribuna accanto ai quattro figli, assiste commossa alla scena. Il più piccolo lo tiene in braccio, stretto a se. Gli altri 3, a fine match, scivoleranno in campo per abbracciare ‘daddy' che fa il giro d'onore con la bandiera dell'Union Jack annodata al collo. That it, thank you Becks.