Beckham addio al Manchester United dopo una lite con Ferguson
Tony Coton, preparatore dei portieri del Manchester United dal 1998 al 2007, ha scritto un libro ‘There to be Shot at’. Estratti del lavoro di Coton stanno uscendo a puntate in questi giorni. Ora è venuto fuori il perché dell’addio di Beckham allo United. Nessuna novità sostanziale, perché si sapeva che la scarpetta calciata da Sir Alex aveva fatto infuriare Beckham, ma ci sono maggiori particolari, e i segreti che dovevano rimanere nello spogliatoio ora non lo sono più.

Perché Beckham è stato ceduto dal Manchester United
Coton ha raccontato del rapporto tra Ferguson e Beckham: “Sir Alex trattativa ogni giocatore allo stesso modo e nessuno aveva privilegi” e ha svelato che l’allenatore scozzese aveva già deciso che sarebbero andati via tre senatori come Beckham, Roy Keane e Van Nisterlooy, ma dopo un match di FA Cup perso con l’Arsenal avvenne il patatrac con il giocatore inglese:
Ferguson aveva promosso le cessioni di Beckham, Keane e Van Nistelrooy in un momento in cui chiunque altro li avrebbe dichiarati incedibili e indispensabili. Una volta, dopo la gara di FA Cup con l’Arsenal nel 2003, Ferguson arrivò nello spogliatoio infuriato e calciò una scarpetta che colpì di striscio Beckham in testa. L’allenatore cercò di scusarsi, ma il giocatore non ne volle sapere. Il litigio divenne di dominio pubblico e Beckham non perdeva occasione per mettere in bella mostra la sua ferita. Ferguson era disposto a sacrificare una stella per mantenere il controllo sullo spogliatoio e così fece.
Quando Ferguson ordinò di picchiare CR7
Nel libro di Tony Coton ci sono anche interessanti retroscena sul passato di Ronaldo al Manchester United. Secondo l’ex preparatore dei portieri Sir Alex ordinò ai suoi giocatori di picchiare il portoghese, perché all’epoca era Cristiano Ronaldo era troppo indolente:
Appena qualcuno entrava in tackle Ronaldo cascava come una bambola di pezzo, questo a Ferguson non piaceva e allora perché rafforzasse il carattere e imparasse a resistere ordinò: picchiatelo, è per il suo bene. Gente dura come Roy Keane e Rio Ferdinand lo avrebbero bastonato ancora, però lui poco alla volta ha imparato la lezione.