Bari: Paparesta parla da dirigente, tutto pronto per il 12 maggio

"Sono certo che il 12 maggio ci sarà una nuova proprietà per il Bari. Se dovessimo spuntarla noi, proporremo un progetto serio e ambizioso". Come vi abbiamo raccontato lo scorso 18 aprile, in occasione della prima seduta dell'asta fallimentare dell'A.S. Bari, l'ex arbitro Gianluca Paparesta non ha indietreggiato di un centimetro dal proposito di rilevare il titolo sportivo della storica società fallita in marzo. Le sue parole ai microfoni del Tg3 pugliese sono più di un indizio in merito al fatto che le difficoltà – in termini di liquidità – sembrano superate.
“Quello del 12 non sarà un assalto al Bari – ha proseguito entrando nel dettaglio della sua iniziativa -, ma la possibilità di coronare un sogno e un progetto che mi vede in prima linea da un po' di tempo. Mi affianca un gruppo indiano interessato a promuovere il calcio nel nostro paese (dovrebbe trattarsi della Celebrity management group, riuscita nell'intento di portare l'Argentina di Maradona in India per promuovere la Premier League indiana, ndr), ma ci sono altri investitori che credono molto in un progetto che abbraccia Bari città, Bari squadra e tutti i tifosi (si parla di un gruppo di imprenditori romani, ndr). E’ un gruppo che ha grandi potenzialità e che può far si che il nostro sogno possa realizzarsi ”.
Paparesta, che del Bari è stato anche dirigente negli ultimi mesi di gestione Matarrese prima delle dimissioni, ha le idee molto chiare sul da farsi: “Dobbiamo ricominciare da zero, progettare a 360° avendo due obiettivi primari: il primo è quello di valorizzare il settore giovanile, tramite la costruzione di un centro sportivo all'avanguardia, anche perché la prima squadra non può continuare ad allenarsi all’antistadio. Poi dovremmo sederci ad un tavolo con l’amministrazione comunale per la questione stadio. Il secondo obiettivo è la comunicazione, una comunicazione 2.0 attraverso canali tematici dedicati e social network. Non è da escludere anche l’apertura all’azionariato popolare che deve servire non per aiutare economicamente la società, ma per rendere partecipi i tifosi alla vita del club”.
In chiusura non è mancata una nota di prudenza legata alla presenza di altri quattro potenziali acquirenti che hanno affiliato per tempo delle società alla Figc, sia pure non presentandosi in occasione della prima asta: "Se non dovessimo aggiudicarci noi il Bari, vorrà dire che ci sarà stato qualcun altro con un progetto migliore e ambizioso e tutti dovremmo supportare questo progetto per il bene del Bari!”