Bari, la non-sorpresa del campionato
L'anno scorso il Bari di Ventura venne celebrato come la "sorpresa" del campionato. Effettivamente, la squadra pugliese ha strabiliato addetti a lavori e tifosi, grazie ad un gioco semplice ma efficace; il tecnico ligure ha mostrato a tutti che il calcio non è una materia così difficile… utilizzando una terminologia "sacchiana", il direttore d'orchestra deve sapere come suonare, e far suonare non i migliori in generale, ma gli elementi maggiormente idonei per quel determinato strumento.
Troppi allenatori s'inalberano in alchimie tattiche complesse, con alberi di Natale, centrocampisti che sono prima trequartisti poi mediani, esterni che si accentrano, e così via; Ventura preferisce, invece, puntare su un semplicissimo 4-4-2, dove ogni cosa è al suo posto, sia per quanto concerne i titolari, sia la panchina: non ci sono ruoli adattati, solo un progetto tattico semplice ma specifico, su cui si è costruito un mercato mirato.
E' partito tutto dal 4-2-4 di Antonio Conte della stagione 2008/2009 tra i cadetti, che ha portato il Bari ad una promozione in Serie A entusiasmante e mai messa in discussione; dopo un diverbio, appunto per il mercato, tra Conte e Matarrese, arriva il momento di Ventura, che si ritrova a lavorare su un progetto tattico a lui congeniale, l'importante è adoperare gli elementi giusti: ecco che arrivano Alvarez sulla linea esterna, Almiron in cabina di regia, la 2° classica mezza punta di movimento perfetta per il 4-4-2, Meggiorini, e una coppia difensiva fatta da giovani di belle speranze, quali Bonucci e Ranocchia. I risultati saranno soddisfacenti, il pubblico si diverte, la squadra incanta: c'è una perfetta sincronia tra le caratteristiche dei calciatori e il modulo utilizzato, ognuno fa quello che deve fare, ovviamente senza trascurare ottime doti tecniche individuali, ed ecco il segreto del Bari di Ventura.
Cos'è cambiato quest'anno? I suonatori, ma non la "tipologia" di suonatori: la difesa, orfana di Bonucci e Ranocchia, è stata soppiantata dal giovane Marco Rossi e dal sempreverde Andrea Masiello, mentre sono arrivati, dal centrocampo in su, Ghezzal, il talento D'Alessandro dalla Roma, e la mezza punta Kutuzov, da considerare un effettivo "nuovo" acquisto dopo il grave infortunio che l'ha visto protagonista l'anno precedente. Il risultato? Molto simile a quello precedente: una squadra che funziona, ognuno fa ciò in cui riesce meglio; mettici anche molta malizia e furbizia con apposite meline nella propria area di rigore, allo scopo di far innervosire gli avversari, ed ecco il Bari che torna ad essere la sorpresa del campionato. Perché mai dovrebbe continuare ad esserlo? Il Bari non è altro che una conferma di tutto ciò che è stato fatto l'anno scorso, non dovrebbe essere una sorpresa.
Juventus e Napoli se ne sono accorte troppo tardi.
Giuseppe Senese