Barcellona, ter Stegen sicurezza tra i pali: 7 clean sheet e 87% di parate
Tra i migliori portieri in circolazione una menzione particolare dev'essere riservata senza dubbio a Marc-André ter Stegen che è arrivato a Barcellona nell’estate del 2014, senza grandi clamori ma che adesso è diventato un punto insostituibile del club catalano. Nella sua prima stagione in blaugrana, grazie anche alle mirabolanti prodezze del Tridentazo ha subito vinto il triplete, restando spesso alle spalle di Claudio Bravo con tanta panchina che gli è servita a maturare in carattere e qualità.
Il Triplete vinto in panchina
Zero minuti in Liga
Nella prima stagione nel campionato spagnolo il portiere tedesco non giocò nemmeno un minuto con la maglia del Barça: per 37 partite venne schierato il suo antagonista cileno, Bravo e nell’ultima giornata Luis Enrique schierò Jordi Masip. Ter Stegen in campionato non aveva spazio nè considerazione mentre in Champions League si giocò le prioprie chance conquistando la coppa contro la Juventus a Berlino.
La voglia di lasciare
Il cambio tecnico e la rinascita
Eppure per Ter Stegen la Champions non è mai bastata tanto che ha pensato anche di andare via lasciando il Barcellona al proprio destino. In carriera ha sempre giocato, riuscendo a ritagliarsi sempre e comunque un ruolo da protagonista ma l'antagonismo con Claudio Bravo e le scelte di Luis Enrique lo avevano messo al palo. Fino alle nuove scelte di mercato del club, una prima stagione importante e poi, con la cessione di Neymar, il cambio di panchina e una rivoluzione silenziosa, Ter Stegen si è imposto.
Portiere da record
7 volte la porta inviolata
Questa è la seconda stagione nella quale ter Stegen è titolare inamovibile, trascinando il Barcellona. L’ultima volta sabato sera, nella vittoria del San Mamés contro l’Athletic Bilbao, è stato ancora decisivo con le sue parate su Aduriz confermando di essere un baluardo difficilmente superabile: nella Liga ha mantenuto la porta inviolata in sette gare su dieci con una percentuale di parate dell’86,2%.
