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Barcellona, Suarez ritorna sul morso a Chiellini: “Punizione da criminale”

Il Pistolero commenta a distanza di mesi la sanzione subita dopo il gesto ai mondiali verso il difensore azzurro:, considerandola eccessiva e fuori da ogni logica. “Mi hanno trattato come nemmeno si trattano gli hooligans”
A cura di Alessio Pediglieri
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Torna a mordere il Pistolero ma questa volta senza far vedere i denti, usando solamente le parole. Taglienti come lame in propria difesa dopo alcuni mesi dal suo ‘inferno' personale, quello della lunghissima squalifica rimediata dopo aver morso Chiellini in Uruguay-Italia di Brasile 2014. E lo fa dall'alto del momento d'oro proprio e del Barcellona che tra Liga e Champions League si sta togliendo parecchie soddisfazioni con il raggiungimento dei quarti di finale e la vetta del campionato. Il Pistolero, ovviamente è Luis Suarez, l'uruguagio arrivato in estate a peso d'oro in Catalogna e che oggi è una delle tre stelle del ‘tridentazo' di Luis Enrique insieme a Neymar e a Leo Messi con cui ha stretto da subito un rapporto dentro e fuori dal campo.

Suarez non è certo uno che manda a dire ciò che pensa. Lo fa, lo ha sempre fatto e continuerà a fare perché il carattere combattivo fuori dal campo è quello che si vede dentro il terreno. E con lo stesso piglio con cui vince i duelli in area, affronta ciò che per lui è da considerarsi un vero e proprio abuso di potere da parte degli organi della FIFA: 4 mesi di stop forzato e 9 partite ufficiali lontano dal campo. A 28 anni e con una carriera pronta a fare il salto di qualità (dal Liverpool al Barcellona) è stata dura da accettare e digerire: "E' stata una sospensione esagerata: io sono stato trattato peggio di un hooligan, all'inizio non potevo neanche allenarmi. Durante le vacanze ho avuto paura ad andare a vedere i miei nipoti che giocano in Uruguay a livello giovanile – aggiunge il pistolero in un'intervista a ‘Kicker' – Secondo la sanzione non potevo entrare in un campo di calcio, è una cosa che non capisco ancora oggi. Adesso tutto è passato, al Barcellona mi trovo benissimo con Leo: c'è un grande rispetto e siamo soliti scusarci reciprocamente quando non ci passiamo la palla".

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