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Barcellona, Suarez azzanna la stampa inglese: “Colpa loro se ho detto addio ai Reds”

L’attaccante uruguaiano torna a parlare della sua partenza da Liverpool, tirando in ballo un presunto accanimento della stampa britannica: “Troppa pressione, non mi lasciano in pace. Si sono inventanti il morso a Demichelis. Per fortuna ora sono al Barcellona”.
A cura di Alberto Pucci
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A distanza di mesi, nove per la precisione, c'è nuovamente polemica intorno al trasferimento di Luis Suarez nella Liga spagnola. Il giocatore uruguaiano, uscito a pezzi dal mondiale brasiliano e dalla seguente decisione della Fifa, lasciò Liverpool nel luglio scorso dopo aver contribuito al sogno (svanito sul più bello) di riportare il titolo in casa "Reds". Una storia d'amore, quella tra tutto l'Anfield Road ed il "Pistolero", durata tre stagioni, impreziosita da valanghe di gol del giocatore e mai dimenticato da entrambe le parti. A tornare sul trasferimento dal Liverpool al Barcellona, è stato lo stesso attaccante: "Me ne sono andato per colpa della stampa inglese – ha tuonato Suarez – C'era, e c'è tuttora, eccessiva pressione nei miei confronti. Mi cercano ancora, non mi lasciano in pace. Probabilmente sentono la mia mancanza e continuano a scrivere di vicende inesistenti per richiamare l'attenzione dei lettori". Un accusa pesante che Suarez motiva con il famoso e presunto morso a Demichelis, durante la recente partita del Barcellona vinta contro il Manchester City: "Quando si sono accorti che non c'era nulla di vero, hanno fatto marcia indietro togliendo subito le immagini".

L'oasi del Camp Nou – A far tornare il sorriso sulla bocca di Luis Suarez, c'è l'ottimo momento che l'uruguaiano sta vivendo ai piedi del "Montjuic". Il Barcellona sta volando in campionato, dove ha appena raggiunto la vetta della classifica, e in Champions League con un ritorno ancora tutto da giocare con il Man City, dopo la vittoria dell'andata per 2 a 1 arrivata proprio grazie alla sua doppietta: "Mi trovo davvero bene a Barcellona – ha continuato il blaugrana – Sono contento perché ho realizzato un sogno. Gioco nel migliore club al mondo, mi sento importante e posso dare del mio meglio per contribuire ai successi del club. Il ritorno al gol? C'è stato un momento che, nonostante le tante occasioni, non arrivavano. Non mi sono abbattuto, perché sapevo che prima o poi sarei tornato ad esultare. Sono spesso critico con me stesso, ma cerco di rimanere sereno sapendo di aver fatto di tutto per aiutare i miei compagni".

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