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Barcellona, Paulinho: “Ho rischiato di lasciare il calcio a causa del razzismo”

Il 29enne centrocampista brasiliano oggi al Barcellona, ha rischiato di chiudere anzitempo col calcio giocato per episodi di razzismo e stipendi non pagati. Al tempo del suo esordio europeo prima in Lituania, poi in Polonia. E’ riuscito a tenere duro e oggi, dopo Corinthians, Tottenham e Evergrande, gioca con Messi.
A cura di Alessio Pediglieri
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La storia di Paulinho ha dell'incredibile: una vita in giro per il mondo a giocare a calcio, tra Brasile, Europa e Cina, con relative andate e ritorni. Fino alla sua attuale realtà, il Barcellona, dove a volerlo è stato lo stesso Lionel Messi che lo ha ‘chiamato' durante una partita amichevole tra Brasile e Argentina. Detto, fatto. Paulinho oggi è alla corte azulgrana con il club catalano che ha pagato l'intera clausola plurimilionaria pur di averlo con sè: 40 milioni di euro. Ma non molto tempo fa, lo stesso Paulinho aveva anche deciso di finire con il calcio giocato, tra insulti razzisti ed esperienze negative.

Il globetrotter del pallone

Il Barcellona ha pagato i 40 milioni della sua clausola rescissoria pur di strapparlo al Guangzhou Evergrande, e in questo modo ha richiamato in Europa il brasiliano Paulinho che era partito per l'Oriente prima di essere stato anche sul punto di smettere con il calcio giocato. Colpa dei soliti razzisti e di stipendi non pagati, storie tristi di un calcio che spesso mostra anche il suo lato oscuro quando meno te lo aspetti. Il 29enne centrocampista brasiliano ha raccontato tutto al "Periodico de Catalunya" ripercorrendo la sua carriera fin dal suo approdo in Europa, nel 2006, in Lituania.

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Europa dell'Est amara

Il razzismo in Lituania

Il racconto di Paulinho è ricco di aneddoti negativi. Lasciato il Brasile per il sogno europeo si ritrova in Lituania, nella periferia del calcio che conta. Un trampolino di lancio che si trasforma in un primo incubo: "A Vilnius avevo tutto, andava tutto bene, fino a quando non si verificarono degli episodi di razzismo. Fu una cosa che mi segnò per sempre, che mi ha fatto soffrire molto".

Senza stipendio in Polonia

Paulinho in Lituania non ci sta  molto e trova spazio nella vicina Polonia, all'LKS Lodz. "Quando poi mi sono trasferito in Polonia, mi sono fatto una promessa: ‘se mi capita qualcosa del genere, faccio le valigie e me ne torno in Brasile'. E' inaccettabile che ancora oggi accadano queste cose". In Polonia ci  furono altri i problemi: "La societa' non mantenne le promesse e allora decisi di tornare a casa. Ho aspettato la fine del mio contratto anche se in Polonia ero stato ingannato su tutto".

La rinascita calcistica

Il ritorno in Brasile, la Premier e la Cina

In Brasile Paulinho si e' rilanciato, esplodendo al Corinthians con Tite che ha poi ritrovato in nazionale come ct. Da lì, il ritorno in Europa, in Premier League dove lo chiama il Tottenham. Ci resta due stagioni e mezzo per poi sposare la causa economica della Cina, nuova mecca del calcio che ha voglia di crescere. E' il GZ Evergrande a chiamarlo ma l'idillio dura poco, perché l'Europa chiamerà ancora.

Il Barcellona di Messi

A giugno, il Brasile disputa un'amichevole contro l'Argentina. Mentre sta per tirare una punizione, Messi si avvicina piano piano e dice al brasiliano: "Andiamo a Barcellona o no?'. Me lo ha detto prima di tirare la punizione. Cosa gli ho risposto? ‘Se vuoi portarmi con te, fallo pure'. Ma ero cosi' nervoso che ho lasciato la punizione a Willian."

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