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Barcellona, Luis Enrique: “I miei amici di Roma mi hanno chiesto la vittoria”

Il tecnico blaugrana, nell’incontro con la stampa alla vigilia del match di Berlino, ha commentato la sfida contro la Juventus e ricordato i mesi passati a Roma: “Non cerco rivincite nei confronti del calcio italiano”.
A cura di Alberto Pucci
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Sono ore febbrili quelle che stanno vivendo Juventus e Barcellona, già a Berlino per preparare gli ultimi dettagli prima del fischio d'inizio. Dopo la conferenza stampa di Massimiliano Allegri, è toccato a Luis Enrique parlare con i giornalisti presenti nella sala stampa dell'Olympiastadion: "Scenderemo in campo sperando di poter vincere – ha spiegato l'allenatore blaugrana – Questa è la mia prima stagione, e sono arrivato dove volevo arrivare. Non c'è euforia e preoccupazione, soltanto felicità per essere qui a Berlino. Siamo professionisti e sappiamo che dovremo affrontare la gara cercando di interpretarla al meglio. L'obiettivo è quello di continuare a giocare come abbiamo fatto nelle ultime settimane. Inietta? Sta abbastanza bene, e ci sarà. Allegri ha detto che sarà una sfida che difficilmente finirà senza reti? L'idea mi piace, l'importante che i gol li faccia il Barcellona. Devo comunque fargli i complimenti, per ciò che ha fatto vedere con la sua squadra in questa stagione".

Incalzato dalle domande dei giornalisti italiani, Luis Enrique ha svelato un divertente aneddoto: "Ho ancora amici a Roma e, alcuni di loro, mi hanno chiesto di battere la Juventus – rivela il tecnico – Sono orgoglioso di ciò che ho fatto in giallorosso. Ho seminato e ora sto raccogliendo i frutti da allenatore del Barça. Totti? Ho un bel rapporto con Francesco, ma non è vero che l'ho invitato io a Berlino". La chiusura è dedicata all'uomo più atteso, quello che da solo potrebbe vincere la partita e regalare a Luis Enrique la sua prima Champions League da allenatore: "Leo Messi? Lui è il migliore al mondo e ha la fortuna di  giocare con due grandi campioni accanto, come Neymar e Suarez. La Juventus è un'ottima squadra, ma noi dovremo stare attenti soprattutto alla tensione che, spesso, combina brutti scherzi. E' la mia sfida più importante? No, anche perché mi auguro che ne arrivi una ancora più grande".

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