Barcellona, controllo antidoping per Messi e nove suoi compagni

Dopo lo scandalo che ha travolto il medico Eufemiano Fuentes, al centro del sistema che sconvolse il ciclismo dal 2003 al 2006, il binomio Spagna-Doping torna d'attualità per un blitz effettuato dall'Uefa nella "Ciutat Esportiva Joan Gamper": centro sportivo dove si allena il Barcellona. Gli ispettori antidoping del massimo organo continentale calcistico, hanno prelevato campioni di sangue e di urine da ben dieci giocatori della rosa di Luis Enrique: Messi, Neymar, Pedro, Rafinha, Bravo, Jordi Alba, Sergi Roberto, Mathieu, Munir e Sandro. E' la seconda volta, nel giro di pochi mesi, che vengono fatti dei controlli antidoping nel centro blaugrana. Nello scorso settembre, infatti, dopo l'arrivo dei funzionari dell'Agenzia Spagnola per la Tutela della Salute nello Sport (AETSAD) furono in cinque a doversi fermare per le analisi delle urine: uno di loro, Leo Messi, fu "costretto" anche ad un prelievo di sangue. Un'eccezione che sollevò qualche dubbio tra i tifosi e la reazione stizzita della "Pulce" argentina che, su Instagram, dichiarò: "Dei 5 eletti io sono l'unico che ha fatto sangue e urine. Strano…".
Gli anatemi del dottor Fuentes – Non c'è pace, insomma, per il calcio spagnolo. Dopo il ciclismo, anche lo sport più seguito dagli sportivi iberici è finito nel mirino dei controlli antidoping. Fu lo stesso medico incriminato ad insinuare l'utilizzo di sostanze illecite durante le partite della nazionale di Del Bosque, scatenando la risposta piccata di Xavi: "Abbiamo vinto Europei e il Mondiale e siamo certi di non esserci dopati", dichiarò il centrocampista del Barcellona e della nazionale. In un'intervista al quotidiano francese "Le Monde", che poi perse la causa per aver diffamato il Barcellona dopo averlo accostato al doping, Fuentes dichiarò che tra i suoi clienti vi erano anche "atleti, tennisti e calciatori". Una bufera che venne poi ingigantita dalle parole di alcuni giornalisti che insinuarono la collaborazione tra lo stesso Fuentes e alcuni club della Liga, tra i quali il Barcellona, la Real Sociedad ed il Valencia. Una situazione antipatica che, dalla capitale Madrid, presero al balzo per stigmatizzare l'eventuale utilizzo di sostanze dopanti e, allo stesso tempo, chiedere controlli antidoping più seri.