Balotelli: “Non sono un fuoriclasse”. E allora perché dovrebbe andare al Mondiale?
Spavaldo. Irruento. Impulsivo. Immaturo. Mezzo campione, perché non basta saper tirare i rigori per esserlo. Tanto, prima o poi, qualcuno che te li para lo trovi. Mario Balotelli è un calciatore anche troppo coccolato, quasi viziato (da quand'è arrivato lui al Milan El Shaarawy è stato sacrificato senza colpo ferire, quasi messo alla porta), smargiasso, vittima di se stesso (ma la sua infanzia difficile non è un alibi) e di quell'idea buonista e ipocrita secondo cui in virtù del talento si può perdonare tutto. Dalle lacrime in panchina a Napoli, che hanno fatto di lui un caso umano, alla spocchia in diretta tv a Sky. E' la stessa persona, non cambierà mai. Ci ha messo la faccia e l'ha persa. Quella tosta, però, l'ha conservata. Senza regole, poca disciplina. E, soprattutto, non sa perdere. Non è un campione, non è il migliore. Non vale tutti i soldi che guadagna. Niente ha vinto ancora. Anzi, considerate le rogne (e i cartellini) che procura coi suoi atteggiamenti impulsivi andrebbe multato, spedito in tribuna. E Prandelli dovrebbe lasciarlo fuori dalla Nazionale. Niente Mondiale. Perché dovrebbe meritarlo? "Non sono un fuoriclasse, siete voi a dirlo. Sono un calciatore che deve crescere", ha ammesso nel botta e risposta con gli opinionisti (ed ex calciatori) Marocchi, Boban, Panucci.
Ecco, perché portare in Brasile un giocatore normale, irrequieto e con atteggiamento da rompiscatole? Se ne resti pure a casa. Prenda pure tutto il tempo che gli serve. Magari impara la lezione. Sbottare con i compagni di squadra perché non gli passano la palla come vorrebbe è da pivelli. Giocar male e poi chiedere spiegazioni al tecnico che lo sostituisce è come avere la testa tra le nuvole. Oppure è lui, Balotelli, che di calcio non capisce niente. Lamentarsi per il gioco duro degli avversari è da ‘damerini', non da calciatore. Cosa avrebbe dovuto dire Maradona azzoppato da Goikoetxea? E Van Basten – tanto per restare in casa rossonera – preso a randellate dai marcatori di turno? Invece, no. Per Mario – poveretto – è tutta colpa dei marcatori ‘cattivoni' e del rude di turno.
Il piano B di Prandelli. Ne parla Luigi Garlando sulla Gazzetta dello Sport che racconta della possibile, nuova strategia del commissario tecnico che aveva fatto di Balotelli un punto di riferimento ma, alla luce delle ultime prestazioni e dell'atteggiamento dell'attaccante, adesso potrebbe cambiare radicalmente. Bocciatura definitiva? No, perché Super Mario farà ancora parte della Nazionale che andrà in Brasile: però, non sarà intoccabile. Anzi… E allora Prandelli studia alternative: con Cassano ‘falso nove', Destro o Immobile (capocannoniere in A) che stanno facendo molto bene e un centrocampo rimodulato su esigenze ‘di lotta e di governo'.
Che tristezza vedere un ragazzo promettente buttarsi via con disarmante stupidità. Sfilare la maglietta, affrontare a muso duro (come in occasione della gara col Napoli a San Siro) l'arbitro e poi farsi trascinare via dai compagni di squadra è da bulli, non da campioni. E nemmeno da persone normali, civili con modi urbani. Farlo dopo una sconfitta meritata è anche peggio. Come dire agli agenti "non avete niente di meglio da fare" solo perché hanno chiesto d'esibire i documenti. A lui come ad altri. E qui il colore della pelle non c'entra: non basta far gol per essere amati, l'umore della gente è mutevole e non tollera funamboli guastafeste. Che scorrazzano in Ferrari oppure vanno in giro per Scampìa come fosse una gita turistica. Può essere il simbolo di un'Italia giovane e multirazziale oppure restare ciò che è ora: un'occasione persa. L'ennesima, fino alla prossima balotellata da fenomeno da baraccone.