Balotelli: “Finora ho sbagliato tutto. Ora voglio riscattarmi anche per mio padre”
Mettere la testa a posto. Gliel'ha detto Mihajlovic, se n'è fatta una ragione anche Balotelli per evitare che la sua carriera non imbocchi il viale del tramonto a 25 anni. "Posso non stare simpatico ma non ho mai fatto male a nessuno, se ho danneggiato qualcosa è stata la mia carriera, non altro". E allora basta, Balotelli. Basta farsi del male. Il suo agente, Mino Raiola, lo ha aiutato ancora una volta procurandogli l'ennesima opportunità. Non ne avrà più un'altra e lo sa bene. La maglia rossonera è una chance che vale doppio: per se stesso – così da riabilitarsi per il futuro – e come calciatore, con la possibilità di convincere il ct, Conte, a richiamarlo in Azzurro nell'anno che conduce all'Europeo in Francia. E allora l'ex punta del Liverpool mette da parte le iperboli (come quel ‘super' accostato al suo nome) e gli atteggiamenti sopra le righe, riparte da zero e riga diritto. Strada obbligata: o fa così oppure può preparare di nuovo i bagagli e finire a giochicchiare al sole degli Emirati in cambio di un ingaggio milionario. Prospettiva buona per qualche ex campione stagionato, al quale restano scampoli di energie da monetizzare, ma poco onorevole per un talento inespresso e inesploso come il suo.
Lo devo a mio padre. "C’è stato un Mario ragazzo e ora c’è un Mario uomo – ha raccontato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport -. Mi sento come uno che ha appena messo da parte il primo tempo della sua carriera. Giocata e vissuta da ragazzo. Non tutto è andato bene, ho sprecato diverse occasioni. Ma la partita non è finita… Ho ancora un secondo tempo davanti. Ora me lo gioco e vivo da uomo. Ma ho il dovere di provarci". La scomparsa del padre adottivo avvenuta di recente lo ha segnato: in poco tempo ha perso l'amore di Fanny, un genitore che lo aveva allevato e la credibilità di calciatore a Liverpool. Una mazzata tremenda, dalla quale Balotelli prova a uscirne più forte di prima e fa una promessa a se stesso per onorare la memoria del papà che non c'è più. "Voglio giocare l’Europeo, farò di tutto per riuscirci. Rivedermi con la maglia della Nazionale era uno dei desideri di mio padre prima di morire. Lo devo anche a lui".
L'uomo e il giocatore. "Ringrazio Sinisa che mi ha voluto, il presidente Berlusconi che mi ha dato fiducia, e non me l’aspettavo, e Galliani – ha aggiunto Balotelli a Sport Mediaset -. Si sono fidati dell’uomo Balotelli più che del Balotelli giocatore, perché quello lo conoscete tutti". Com'è nata la trattativa-lampo che lo ha ricondotto a Milanello? A spiegarlo è lui stesso. "Raiola (il suo agente, ndr) mi ha avvertito all'improvviso… Mi ha detto ‘fai bagagli e prendi un volo per l'Italia che torni al Milan'. Non me lo sono fatto dire due volte e non c'è stato bisogno di aerei privati".
Sinisa e i demoni da scacciare. "Il mister è un leader, duro, onesto, schietto, leale. Non bluffa. Ti parla fissandoti negli occhi, come piace a me. Guarda l’uomo, non solo il calciatore. Si è esposto riprendendomi. Ho un grande debito verso di lui, accetterò ogni sua decisione".
Pia, la figlioletta. "Quando Pia sorride, il mondo che a volte sembra in bianco e nero torna ad essere a colori. Io sono innamorato pazzo di mia figlia – ha concluso Balotelli nell'intervista alla Gazzetta -. Quando è cominciato il rapporto con lei, è cambiato tutto. Ora poi mi riconosce, capisce ed è bellissimo… La voglio accanto a me, il più vicino possibile".