Balotelli dedica i gol alla mamma: il vero volto dell’eroe di Germania-Italia
La normalità del campione – C'è chi l'ha definita la foto del secolo, altri la reputano la prova del "volto umano" di Mario Balotelli. Io lo considero uno scatto che immortala un naturale e genuino gesto d'affetto. E' una foto che ha suscitato scalpore, ma non si tratta di nessuna testimonianza ne' dimostrazione particolare. E' la semplice e più comune reazione di ogni essere umano, la prima necessità che assale ognuno di noi nei momenti di massima gioia (o di massimo sconforto): correre ad abbracciare la propria mamma! Ed è questo quello che ha fatto il "semplice" Mario (e non il super Mario): dopo aver condotto per mano l'Italia in finale, si è recato dai suoi cari presenti in tribuna ed ha stretto forte a se' la madre adottiva. La donna che l'ha allevato e cresciuto, alla quale è dedicata la stratosferica doppietta di ieri sera: "Il momento più bello della partita è stata la fine- ha dichiarato Balo– quando sono andato da mia mamma ad abbracciarla e a dirle che i gol erano per lei".
"S" come semplice Balo, non come super Balo– Infondo, si tratta per sempre di un giovane 22enne. Dietro quell'aria da bullo e da "eterno cattivo" si cela un ragazzo estremamente fragile, dalle emozioni primordiali e schiette. Il suo comportamento sopra le righe e spesso controcorrente l'ha reso un "personaggio", ma è solo la maschera di un ragazzo che possiede una dote innata, un ragazzo nato per giocare a pallone. Un calciatore con un potenziale enorme, spesso inespresso, altre volte sprecato. Le tante, troppe polemiche sul suo caratteraccio sviano l'attenzione dal punto focale della questione. E se anche lui avesse bene a mente questo concetto, sempre, non solo ogni volta che scende in campo ma anche nella routine quotidiana allora lui sarebbe, davvero, il grande campione che è destinato a diventare. E sembra che ora abbia imboccato la strada giusta verso la reale consacrazione.
Il percorso del campione – Se dovesse sbagliare ancora, lo si tornerebbe a stigmatizzare? No, lo si aiuterà a maturare imparando dai propri errori e lo si accompagnerà lungo il processo di crescita che ha intrapreso, insegnandogli a trasformare la rabbia in potenza balistica e l'ira in grinta agonistica. Super Mario ha subito la possibilità di dimostrare a tutti la sua reale forza, partendo dalla finalissima di domenica prossima contro la Spagna, per la quale ha già in mente un "disegno divino": "In finale verrà anche mio papà, e allora dovrò farne quattro" .