Bacca, retroscena di mercato: poteva essere del Chievo Verona
Carlos Bacca poteva essere un calciatore del Chievo Verona. La notizia sembra quasi incredibile, eppure le strade dei clivensi e del colombiano hanno rischiato davvero di incrociarsi, come raccontato dal quotidiano sportivo veronese L'Arena. Tutto risale all'estate 2009, quando Carlos Bacca militava nel Barranquilla, in prestito da Junior. L'allora ventitreenne punta colombiana si era messo in evidenza con quattordici reti in diciannove partite, ed il Chievo Verona lo aveva messo nel mirino.
La società clivense volò in Colombia per chiudere la trattativa: prestito con diritto di riscatto già fissato a 1,5 milioni di euro. Poi però ci fu un intoppo, e la trattativa saltò. Il calciatore rimase in Colombia, dove con il Junior si mise in evidenza con cinquanta reti in novantasette presenze in tre stagioni. Solo nel 2012 i club europei tornarono alla carica per lui.
A portarlo nel Vecchio Continente ci pensò poi il Club Bruges, tre anni dopo il tentativo del Chievo: era il gennaio del 2012 quando il club belga lo strappò al Junior per appena 1,5 milioni di euro, la stessa cifra per la quale poteva ingaggiarlo il Chievo Verona nel 2009. Il resto, come si suol dire, è storia conosciuta: con 25 presenze in 35 gare il colombiano diventò subito un obiettivo dei top club, e l'anno dopo fu ingaggiato dal Siviglia per sette milioni di euro.
Due anni in Andalusia, due Europa League, con 49 reti in 108 partite. Quindi, la chiamata del Milan che lo ha pagato 30 milioni di euro. Ma questa è storia recente. Per il Chievo Verona, sicuramente, l'acquisto di Carlos Bacca resta uno dei più grandi rimpianti della sua storia. Oltre alla dimostrazione che, anche se piuttosto tardi rispetto alle età tradizionali, un talento riesce ad emergere anche superati i venticinque anni.