Avete visto Isco e Asensio? Ora capite perché in Spagna non servono Insigne e Verratti
E' stata una vera e propria lezione di calcio. L'ennesima, che la Spagna dà all'Italia a dimostrazione che il divario tecnico c'è ed è ancora enorme tra i due movimenti. Nell'Italia di Ventura c'erano tutti i migliori, ci si presentava con il 4-2-4 neo fiore all'occhiello del ct, in un progetto che appariva in crescita. Verratti, Insigne, Immobile, Belotti. Tutti in campo, tutti bocciati. Di fronte ai loro alter ego iberici, come Isco, Asensio, Silva, Busquets, tutti promnossi, a pieni voti. Spagna-Italia è stata dunque anche questa: la risposta a chi si chiedeva perché in questa ultima sessione di mercato, la Liga non aveva poi affondato i colpi su Insigne, Verratti o Belotti. Chiaro: non ne hanno bisogno.
Insigne-Asensio: il flop e il top
Il Magnifico fuori ritmo e fuori posto
A vedere Lorenzo Insigne correre a vuoto sulla fascia supportato (si fa per dire) da Spinazzola è venuto spesso il magone durante Spagna-Italia. Il Magnifico, idolatrato a Napoli e non solo, l'"alter ego" naturale di Neymar per gli esperti dell'ultimo mercato, uno dei talenti migliori nostrani, si è affossato nell'erba del Bernabeu trasformandosi in un semplice comprimario incapace di contrastare la qualità avversaria. Sia chiaro, Insigne non si è trasformato in un pessimo giocatore in una partita, ma è stato evidente come la scuola spagnola abbia altrettanti talenti a cui rivolgersi.
Talento e duttilità per Real e Nazionale
Al netto della posizione impostagli dal ct Ventura e dalle direttive del commissario tecnico, il povero Insigne è svanito nel nulla soprattutto nel confronto indiretto con un altro giovane talento, Asensio. Il gioiellino del Real Madrid ha confermato le doti intraviste in Blanco: senso della posizione, duttilità tattica, tiro, movimento. Nell'iniziale 4-2-3-1 spagnolo si è alternato su tutto il fronte d'attacco, alternandosi a meraviglia con Isco e Silva. Quando la Spagna è pasata al 4-4-2 (con Morata e Silva di punta), ha ripiegato sulla fascia, coprendo e ripartendo.
Verratti-Busquets: il flop e il top
Verratti smarrito, Busquets metronomo
Altro indecoroso paragone in campo c'è stato tra il nostro gioiellino Marco Verratti e Busquets. Laddove l'Italia ha davvero perso il confronto con la Spagna: a centrocampo. L'ex Pescara è apparso un debuttante. Mai nel vivo della manovra, Verratti ha steccato nei raddoppi senza possesso e non si è mai distinto in passaggi importanti con la palla al piede. Ha lasciato spesso De Rossi in balia avversaria, senza proporsi nel momento in cui l'Italia doveva ripartire. Busquets – che avrebbe dovuto incontrare al Barcellona – ha condotto il centrocampo spagnolo con il piglio del veterano, a servizio di Iniesta e in aiuto di Koke.
Belotti-Isco: il flop e il top
Un Gallo che non canta mai
Ultimo flop, il ‘Gallo' Belotti, l'uomo mercato del Torino che si è distinto per un colpo di testa nel primo tempo prima di uscire affaticato e ansimante, sul 2-0 per gli spagnoli, al 70′. L'unico, tra gli attaccanti azzurri, a farsi trovare in area di rigore con puntualità ma sempre in difficoltà e in ritardo nella morsa Ramos-Piquè. Difficilmente ha ripiegato anche quando il tiki-taka diventava irridente per i compagni in mediana, mai è riuscito a proporsi in velocità smarcandosi per la conclusione.
Isco, man of the match
Mentre gli italiani si dannavano per Belotti, hanno potuto ammirare la bellezza di Isco, altro talento made in Spagna scuola Real che ha spaccato in due il match. Due reti, una su punizione e l'altra di tecnica e precisione dal limite. Ma soprattutto un uomo a tutto campo che ha iniziato come prima punta e ha concluso come centrocampista al posto di Iniesta. Superlativo nel controllo e ripartenza, devastante nei controlli e nel dribbling: il tunnel a Verratti e il successivo sombrero all'azzurro restano due perle da incorniciare in questa gara.