Auguri, Riva. Il campione che disse no ai soldi della Juve
Se si scorre l'elenco dei migliori marcatori delle Nazionali di calcio, ci si accorge che è dominato da giocatori in attività. Messi, Cristiano Ronaldo, Rooney, Luis Suarez sono in vetta anche grazie alle tante occasioni che hanno per giocare e segnare con la propria Nazionale. Guardando bene l'elenco però saltano agli occhi i capocannonieri di Ungheria, Brasile e Italia. Per i magiari il primo in classifica è ancora il grande Ferenc Puskas, per il Brasile con 77 gol domina Pelè e per l'Italia con 35 gol è ancora primo Gigi Riva. Tre nomi che hanno fatto la storia del calcio.
‘Rombo di Tuono', nomignolo quanto mai azzeccato affibbiatogli da Gianni Brera per il tiro folgorante che lo caratterizzava, il 7 novembre compie 74 anni e ancora nessuno ha cancellato quel suo record in azzurro. Ci hanno provato in tanti dopo di lui: Paolo Rossi, Gianluca Vialli, Christian Vieri, Roberto Baggio, Pippo Inzaghi, Alessandro Del Piero, ma nessuno ci è riuscito nonostante quasi tutti abbiano giocato più partite di Riva.
La carriera calcistica inizia dopo un dramma personale. Perde il padre in circostanze terribili (per colpa del distacco di un pezzo di una macchina in fabbrica) e presto anche la madre dopo che lei tra la filanda e le pulizie in case altrui aveva dovuto portare Gigi in un collegio. L'unica via d'uscita per resistere a tutto questo era il calcio, anzi nemmeno il calcio come gioco ma è meglio dire il pallone, da prendere a calci con una forza nel sinistro che cresceva sempre di più.
Di quello ‘spaghettino' (perché longilineo) tutto sinistro se ne accorse prima il Legnano, ma appena dopo una squadra di serie B, il Cagliari. Gigi Riva per il Cagliari è stato tutto e Cagliari per lui è stato tutto. Era nella squadra che per la prima volta è andata in serie A, nella squadra che per la prima e unica volta ha vinto lo scudetto ed è stato il primo giocatore del Cagliari ad essere convocato in Nazionale nel 1965. Inoltre per tutti gli Anni '70 Gigi Riva simboleggiavala città sarda (si narra che all'estero spesso abbinassero la città di Cagliari al calciatore ed era più semplice far capire la provenienza parlando della città di Riva che di Sardegna e Cagliari).
Grandi infortuni lo hanno fermato tre volte proprio in momenti decisivi. Il primo nel 1967 in un'Italia-Portogallo, quando si ruppe il perone, proprio quando stava conquistando il ruolo di titolare in Nazionale. Il secondo nel 1970 sempre con l'Italia contro l'Austria, quando si ruppe tibia e perone, proprio quando il Cagliari volava nel campionato 1970-71 e doveva affrontare gli ottavi di Coppa dei Campioni. Il terzo nel 1976 quando in contrasto con Aldo Bet del Milan subì uno strappo all'adduttore molto grave. Dopo le prime due volte Gigi Riva riparti più forte di prima sia con il Cagliari che con la Nazionale, mentre il terzo infortunio pose fine a soli 31 anni alla sua carriera.
Gli anni d'oro di Riva andarono dal 1967 al 1970 quando con il Cagliari vinse un campionato incredibile e con la Nazionale (nel periodo 67-70) giocò 21 partite segnando 22 reti. In Messico nel 1970 arrivò da atteso protagonista e primo vero sfidante del re Pelè. Nelle prime partite stentò perché più di tutti soffriva l'altitudine ma, appena ambientatosi, segnò due gol nei quarti contro il Messico e un gol spettacolare contro la Germania Ovest in semifinale. Martellini che grida per tre volte il suo nome è ancora nella testa di chi quella notte ammirò lo spettacolo unico della ‘partita del secolo'. In finale il re ebbe la meglio ma nessuno tolse a Gigi Riva il riconoscimento di calciatore che poteva prenderne il suo scettro.
Il no ai soldi della ‘vecchia signora'. Fu dopo quel Mondiale che la Juve decise di fare la mossa decisiva al fine di avere Gigi Riva in squadra: 1 miliardo di lire sul tavolo per il Cagliari, ovviamente il trasferimento più costoso della storia. Il Cagliari voleva dire sì, ma fu lo stesso Riva a rifiutare. Stava bene in Sardegna, aveva di meno ma aveva tutto, e poi, disse all'inviato Rai: "Per valere un miliardo di lire io la domenica che cosa dovrei fare? Almeno due gol a partita!".
Questo era Gigi Riva, un uomo che per almeno un decennio era più conosciuto dell'isola dove viveva e giocava e che per almeno quattro anni è stato se non il migliore, uno dei tre migliori giocatori al mondo. E quei 35 gol ancora insuperati sono lì a ricordarlo.