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Atletico Madrid, Tiago ricorda l’esperienza alla Juve: “Mai avuto fiducia in me”

Fu l’acquisto più caro dei bianconeri nella stagione della risalita in Serie A con 13 milioni di euro. Ma fu un anno disastroso dove giocò poco e male senza la fiducia di Ranieri. Oggi, è tra i trascinatori dei Colchoneros di Simeone.
A cura di Alessio Pediglieri
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Non è mai stato un fenomeno ai tempi della Juventus malgrado fosse arrivato  Torino con la nomea e l'intento di sfondare e prendersi sulle spalle la squadra a conferma delle ottime potenzialità che da sempre si porta con sè. Ma ha fallito, trovando in bianconero solo una fugace e negativa parentesi che oggi fa da contraltare a quanto di esemplare riesce ad esprimere nell'Atletico Madrid di Simeone. Tiago oggi è infatti uno dei perni del centrocampo dei Colchoneros, che ritroveranno in Champions League ancora il Real dopo la finale persa mentre in Liga sono sempre sulla scia dei Blancos e del Barcellona dei miracoli di Luis Enrique.

Un presente luminoso all'Atletico Madrid dove ha trovato la propria dimensione ed è riuscito ad esprimersi al meglio, ripagandolo di tutte le amarezze italiane. Tiago Cardoso Mendes, ai più noto semplicemente come Tiago, non ha però dimenticato la sua avventura in Serie A e la pessima stagione vissuta alla Juventus, dove arrivò l'anno del ritorno in A per 13 milioni di euro direttamente dal Lione per poi partire subito dopo senza lasciare segni tangibili del suo passaggio.

Tanto che il portoghese è tornato proprio a ricordare quel periodo professionale dove non ha mai trovato l'intesa né coi compagni d'allora né col tecnico, Claudio Ranieri: "È importantissimo per un giocatore avere la fiducia dell'allenatore, a maggior ragione quando cambi squadra e ti trasferisci in un nuovo paese. In Italia, sin dall'inizio, non ho mai percepito la fiducia di Ranieri. Dal primo momento tra noi non c'è mai stata sintonia, ero alla Juve ma sarei voluto andare viaHo perso un anno ma volevo dimostrare di vincere attraverso il lavoro. Ho sofferto parecchio anche le critiche e la pressione mediatica, fui l'acquisto più caro della Juve in quell'anno. In seguito sono tornato a vedere le cose in maniera positiva, dando il massimo e dimostrando all'allenatore che potevo fare bene, per me e per i compagni. Da quel momento le cose sono cambiate e migliorate, è stato il punto più basso della mia carriera ma da quell'annata imparai molto".

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