video suggerito
video suggerito

Atalanta, Raimondi: “CR77? Non l’ho fatto apposta. Prima ero CR7…”

L’esterno dell’Atalanta, che spera un giorno di lavorare per il settore giovanile dei nerazzurri, ha spiegato che in modo casuale è diventato CR77.
A cura di Alessio Morra
2 CONDIVISIONI
Immagine

Cristian Raimondi è un calciatore professionista da oltre quindici anni, ma è diventato molto noto nelle ultime stagioni perché è stato ribattezzato CR77. Le iniziali dell’esterno nerazzurro sono le stesse di uno dei calciatori più forti del pianeta, che giovanissimo lanciò una griffe con il marchio di CR7. Il giocatore nerazzurro ha spiegato perché è diventato CR77, e tra le righe ha fatto capire che lui poteva essere anche il CR7 italiano. Perché dopo aver cambiato posizione in campo ha abbandonato il numero 7 con il 77: “CR77? Non l’ho fatto apposta. Avevo giocato a lungo con il 7. Ma poi retrocedendo terzino ho pensato che fosse più appropriato il 77”.

Il CR77 dell’Atalanta in un’intervista rilasciata a ‘La Gazzetta dello Sport’ ha detto di essere molto felice del momento dei nerazzurri, pur se fin qui ha partecipato molto poco alla cavalcata della sua squadra (appena un minuto in dodici partite). Raimondi ha reso merito alla società e al presidente:

Siamo felici. Non ci capita spesso. Mi ricordo di aver vissuto qualcosa di simile da tifoso, ma non da calciatore. Ho giocato poco è vero, ma gioisco per questa situazione perché ho sempre messo l’Atalanta davanti a tutto. Il mio sogno è portarla più in alto possibile. Nel calcio c’è troppa fretta per giudicare, ma dopo la sconfitta con il Palermo anche noi abbiamo fatto brutti pensieri. Ma abbiamo sempre avuto fiducia nel nostro allenatore e nella nostra società che è seria e ha una mentalità giusta.

Immagine

Elogi sperticati per Gasperini, che con un filotto eccezionale ha portato l’Atalanta tra le prime cinque posizioni. Raimondi, pur facendo tanta panchina, è soddisfatto perché nel suo ruolo di chioccia riesce a dare tanti consigli utili ai giovani che stanno esplodendo in quest’avvio di stagione:

L’allenatore è affascinante per la sicurezza con la quale trasmette le sue idee. Riesce a farti capire che se lavori in un certo modo anche se inizialmente sbagli poi i risultati arrivano. Gasperini ti fa anche lavorare a un’intensità incredibile e i benefici sono evidenti. Non è facile stare fuori a 20 anni e nemmeno a 35. Ma mi immedesimo nell’allenatore e cerco di capire i giovani. Cerco di dare consigli e qui i giovani hanno la testa giusta e sono pronti ad ascoltare.

Il giocatore, che è stato anche capitano dell’Atalanta, spera di avere un posto nel settore giovanile del club del presidente Percassi al termine della sua carriera:

Finché sto bene continuerò a giocare. Poi l’idea è quella di entrare nel settore giovanile e insegnare calcio e ‘atalantismo’. Ho avuto l’onore di avere la fascia di capitano. Ricordo a memoria tutti i capitani dell’Atalanta da quando sono bambino. Se non fossi un giocatore, sarei in curva a tifare.

Video thumbnail
2 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views