Atalanta e Napoli valore delle rose al top grazie a Gasperini e Sarri
Il calcio italiano, possiamo dirlo senza falsa modestia, ha sempre prodotto allenatori di grandissimo livello. Senza andare troppo in là con gli anni i vari Conte, Ancelotti, Ranieri, Sarri ma anche lo stesso semifinalista Champions Allegri stanno segnando/conquistando la recente epoca “pallonara” con cura dei dettagli, attenzione morbosa ad ogni aspetto tattico e grande, grandissima preparazione. I tecnici però, al di là dei risultati in campo che poi alla fine determinano il successo o meno di un sodalizio, di una unione con un determinato club, vanno giudicati anche per la loro capacità di ottenere il meglio dai propri calciatori, dalla rosa a disposizione.
Toccando le corde emotive giuste, dando fiducia a ragazzi messi in precedenza in disparte ma anche entrando nel cuore dei propri giocatori, infatti, i vari manager riescono ad ottenere il massimo da elementi poco sfruttati o addirittura relegati in panchina con relativa soddisfazione, pecuniaria s’intende, dei rispettivi presidenti. In questo contesto, a sei giornate dalla fine della nostra massima serie, eleggiamo il miglior allenatore, per valorizzazione del proprio collettivo, fra le 20 di Serie A analizzando le attuali valutazioni di mercato rispetto a quelle di inizio stagione.
Super Gasp, Percassi al settimo cielo
Qualcuno, forse più di qualcuno, lo aveva già etichettato come allenatore di provincia, tecnico di seconda fascia, in sostanza non adatto, Inter docet, ad una grande. Ed invece Gasperini si è preso, qualificazione in Europa League o meno, la sua grande rivincita nei confronti dei soliti, purtroppo pungenti, detrattori.
L’annata con la sua Atalanta dei miracoli rappresenta, infatti, una pietra miliare, forse anche più del suo Genoa europeo, della sua carriera con la soddisfazione di aver lanciato, nel calcio che conta, ragazzi di assoluto valore che oggi valgono montagne di danaro. Ci riferiamo alle contestuali e simultanee esplosioni dei vari Spinazzola (di proprietà della Juventus), Caldara (già prenotata dai bianconeri), Conti (seguito dal Napoli), Gagliardini (prelevato a gennaio dall’Inter per, bonus compresi, una cifra di 25/27 milioni di euro), Kessié (forte interesse per lui da parte della Roma) Gomez, Petagna, gli esordi da record di Bastoni e Melegoni ed un quinto posto in classifica (media punti 1.88) a -1 dalla Lazio. Un capolavoro tecnico che si riverbera anche sul mercato con un valore della rosa aumentato del 59,3% e che tocca, attualmente, quota 109 milioni di euro, +40 rispetto ai 68 di inizio stagione: chapeau.
L’oro del San Paolo nella bottega di mastro Sarri
Artigiano del pallone, esteta del calcio, panchina d’oro 2016, miglior allenatore per media punti della storia del Napoli di De Laurentiis (2.11), in altre parole: Maurizio Sarri. Lodi e onori a parte, l’ex tecnico dell’Empoli oltre alla straordinaria intuizione (dettata anche dalle circostanze successive all’infortunio di Milik) di impiegare Mertens come prima punta ed al di là del gran calcio giocato solitamente dai suoi, merita il plauso di tutti, patron in primis, anche per essere uno di quelli in grado di esaltare al meglio gli uomini a sua disposizione. In questa stagione, infatti, il Napoli ha visto, col toscano in panca, dopo la plusvalenza stellare di Higuain della scorsa estate, aumentare la valutazione media della squadra con un interessante +12,5% che, a conti fatti, significa 333 milioni di euro attuali rispetto ai 295 del 1 settembre 2016 (data presa in esame). Un rendimento tecnico-economico di tutto rispetto che, abbinato al livello estetico del club azzurro, galvanizza l’unione Napoli-Sarri e ne rinsalda il legame: lui ed i suoi gioielli, sono l’oro del San Paolo.
Miha sul podio, Belotti e gli italiani trascinano tutti
Pur nel limbo della metà classifica e nell’anonimato di un torneo utile più alle casse della società con possibili future cessioni che alle ambizioni ed ai sogni dei tifosi, Mihajlovic si presenta sul terzo gradino del podio come allenatore che più di altri in campionato ha valorizzato i suoi uomini. Del resto, il serbo è uno di quei tecnici che spesso nel corso della loro carriera sono riusciti a lanciare/rilanciare diversi profili interessanti, non ultimo, il baby fenomeno Donnarumma ai tempi del Milan. Una caratteristica nel dna dell’ex Fiorentina capace di far esplodere, Ventura plaude gaudente, il “Gallo” Belotti (25 reti in campionato e +15 milioni di valutazione rispetto a settembre) ma anche i vari Zappacosta, Barreca, Benassi e Baselli. Talenti giovani, italiani divenuti ormai certezze assolute della nostra Serie A e profili affidabili anche in chiave nazionale. Tutto con somma soddisfazione anche di Cairo che ha visto il suo club, i suoi ragazzi crescere con un valore complessivo aumentato del 32,1% ed un monte attuale di 131 milioni di euro, ovvero: 32 milioni in più rispetto a 8 mesi fa.
Spalletti e la Roma appena fuori dal podio
Dubbi sul futuro, ombre sulla sua permanenza ed un secondo posto da sigillare. Queste, le prospettive per i prossimi due mesi di mister Spalletti che, però, al momento, può fregiarsi lui pure del titolo di allenatore capace, col gioco ed i risultati, di accrescere il valore dei rispettivi giocatori chiave. Un ruolo adatto a pochi e che, Roma o no, è stata sempre una delle abilità più significative del tecnico toscano dall’Empoli alla Sampdoria, dal Venezia all’Udinese. Un’abilità che, dunque, numeri alla mano, non lo ha lasciato nemmeno in questa singola stagione con la crescita dei valori di ben 10 calciatori in rosa (le maggiori di Rudiger, Fazio, Dzeko, Strootman e Salah) che fanno segnare un interessante +10,7% portando l’attuale stima della rosa capitolina a quota 306 milioni di euro.
Allegri tudia per il triplete e valorizza la formazione
A chiudere questa nostra lista di allenatori “aziendalisti” nel miglior senso del termine, troviamo Max Allegri. La guida dei bianconeri che ha appena conquistato con i suoi ragazzi la dodicesima semifinale europea della storia della ‘Vecchia Signora’, infatti, studia per portare di nuovo in Italia, stavolta a Torino, l’entusiasmante triplete. Un risultato storico che lo condurrebbe di diritto nel gotha, nell’Olimpo, nell’aristocrazia del calcio. Prima di raggiungere questo straordinario successo però, ci sarà ancora da sudare tanto ed affidarsi al lavoro, il solito, quello che, in questi mesi, ha garantito alla Juve un aumento del valore globale della rosa piemontese dai 428 milioni di inizio annata agli odierni 450. Insomma, Allegri anche in questo aspetto, in una stagione finora da incorniciare, è Max.