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Atalanta, d’oro. Ecco le cinque cessioni più redditizie dei talenti del proprio vivaio

Da Gagliardini e Caldara fino a Grassi, ecco quanto hanno guadagnato gli orobici dai trasferimenti dei talenti fatti in casa in 30 anni: circa 140 milioni, di cui 75 solo negli ultimi anni.
A cura di Salvatore Parente
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Nel mondo del pallone, non solo contemporaneo, i soldi hanno avuto una voce importantissima in capitolo. Una voce in grado, nel tempo, di determinare la sopravvivenza di alcune compagini nel calcio che conta rispetto ad altre. E se ci sono squadre con proprietari ricchissimi e sponsor milionari, ce ne sono diverse altre che hanno fatto del termine sostenibilità un mantra da ripetere e da applicare fino alla fine, stagione dopo stagione. Fra questi sodalizi, che si sono mantenuti ottimamente in vita negli ultimi decenni, troviamo la miracolosa Atalanta di Percassi che, da moltissimo tempo, garantisce al movimento calcistico italiano tantissimi talenti vendendo il frutto del proprio proficuo lavoro del settore giovanile orobico. Vediamo quindi le cinque cessioni più fruttuose in termini economici e la somma complessiva raccolta dalla vendita del patrimonio atalantino dei ragazzi “made in Bergamo”.

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Roberto Gagliardini, Mister 22 milioni di euro

Bergamasco puro sangue classe 1994, Roberto Gagliardini in appena 6 mesi è riuscito a frantumare qualsiasi record in maglia bergamasca diventando il calciatore prodotto dal vivaio orobico (nelle giovanili dall’età di 7 anni) più costoso di sempre. E sì perché quel centrocampista tuttofare che lo scorso anno sgomitava in B fra le fila del Vicenza (16 partite ed 1 gol), dopo le 16 presenze di questa stagione si è guadagnato dapprima la convocazione in Nazionale (senza esordire) lo scorso 7 novembre e poi la maglia dell’Inter l’11 gennaio. Un trasferimento divenuto primato grazie al cospicuo esborso da parte dei meneghini che, per accaparrarsi il talentuoso centrale di centrocampo di Gasperini, hanno speso una cifra pari a 2 milioni di euro per il prestito oneroso più 20 di riscatto più, in aggiunta, altri bonus che potrebbero condurre l’affare a quota 25-27 milioni di euro.

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Mattia Caldara: il promesso sposo della “Vecchia Signora”

In seconda posizione in questa classifica dei rimpianti per i tifosi e delle plusvalenze per i patron, figura il giovane difensore Mattia Caldara. Gemello, non per ruolo ma per storia, del suo amico Gagliardini, il numero 13 nerazzurro condivide col centrocampista interista la comune origine bergamasca, la lunghissima militanza nelle fila orobiche (in squadra dal 2003), l’esplosione nel corso di questa stagione agonistica e la successiva milionaria cessione ad una big del nostro calcio: stavolta però non l’Inter bensì la Juve. Un trasferimento pesante che porterà nelle casse atalantine 15 milioni di euro più 4 di bonus con il giocatore lontano dalla sua terra natia il prossimo gennaio quando, Caldara arriverà, magari compiendo una arcigna coppia difensiva con Rugani, in maglia bianconera.

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Un potenziale inespresso, la storia di Massimo Donati

Storia diversa, tempi leggermente più felici dal punto di vista economico ma esito pressoché simile: affare per l’Atalanta. Il protagonista è Massimo Donati e la squadra acquirente il Milan di Berlusconi nell’anno 2001/02. E si perché quel talentuoso ragazzotto di 18 anni arrivato dal Donatello Calcio (Udine) alla “cantera” bergamasca e poi proiettato sull’ottima rampa di lancio chiamata Serie B, si è conquistato il privilegio di indossare la casacca rossonera dopo due anni importanti con Bortolo Mutti e Vavassori. Al termine, peraltro, di due anni che avevano fatto presagire una carriera leggermente diversa (inserito fra i migliori prospetti nel 2001 dalla rivista spagnola Don Balon) per un giovane costato, all’epoca, ben 15 milioni di euro e che, forse, a causa di questa spropositata cifra versata per lui, non è riuscito a dimostrare, almeno col Milan, tutto il suo immenso potenziale.

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Manolo Gabbiadini, per lui 11 milioni dalla Juve

Fuori dal podio un altro grande prospetto della Dea, ovvero: Manolo Gabbiadini. Il nativo di Calcinate (provincia di Bergamo), infatti, dopo aver affrontato 7 anni di giovanili nell’Atalanta esordisce in Serie A subentrando, a 18 anni, al “Tir” Tiribocchi nel marzo 2010. In seguito, prestito al Cittadella, rientro alla base fino all’acquisto in compartecipazione del suo cartellino da parte della Juventus per 5,5 milioni di euro. Ancora, nuovo prestito al Bologna e riscatto finale, nell’agosto 2012, per altri 5,5 milioni che diventano 11 totali. Una cifra, questa, che garantisce all’allora direttore sportivo Zamagna l’ennesima plusvalenza per un calciatore nato e cresciuto nelle proprie fila e che, da quel momento in poi ha fatto le fortune, nell’ordine di: Bologna, Sampdoria e Napoli.

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Grassi, un frutto ancora acerbo

A chiudere questa nostra rassegna troviamo il centrocampista del Napoli in prestito proprio all’Atalanta Alberto Grassi. Il ragazzo di Lumezzane, infatti, pur avendo un po’ steccato, (complice anche un infortunio al primo allenamento con i nuovi compagni) nei primi 6 mesi napoletani con 0 presenze ufficiali ed una marea di panchine, si situa nella top 5 di questa shortlist per via degli 8 milioni investiti proprio dalla compagine di De Laurentiis per strapparlo, 1 anno fa, alla concorrenza di tante altre big innamorate della mezzala nerazzurra. Un costo finora eccessivo ma che solo il tempo potrà ben valutare con, dall’altra parte, gli orobici felici dell’ennesimo gioiello della propria bottega ben pagato.

Atalanta - Sampdoria

135 milioni totali, negli ultimi 30 anni

Infine, per dare una visione più chiara ed ampia del fenomeno bergamasco che si alimenta con circa 4 milioni all’anno spesi per i propri settori giovanili, facendo un rapido calcolo dei ragazzi della “cantera” venduti negli ultimi 30 anni, il gruzzolo si fa interessante con ben 135,7 milioni di euro incassati per ragazzi come Montolivo, Baselli, Pazzini, Zauri, Morfeo, Donadoni, Defendi, Canini, Padoin e tanti altri.

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