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Atalanta: Alberto Grassi, l’ultimo talento uscito dalla fucina giovanile della Dea

Da Domenico Morfeo ad Alberto Grassi, ultimo talento approdato a Napoli per 10 milioni, la storia della Dea è ricca di giovani cresciuti in nerazzurro. Storia di un vivaio sempre al centro del progetto e che nel tempo ha regalato al calcio italiano – tra gli altri – Pazzini, Montolivo, Bonaventura, Sportiello, Natali, Zaza, Rolando Bianchi.
A cura di Alessio Pediglieri
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L'ultimo prodotto conteso dai più importanti club italiani, e acquistato dal Napoli è Alberto Grassi. Giovanissimo talento cresciuto all'ombra della Dea, l'Atalanta, la società bergamasca che da sempre ha un occhio di riguardo verso i talenti nostrani da coltivare e donare al calcio italiano. Una tradizione che fa parte del Dna del club, con un vivaio sempre florido che può annoverare nel corso del tempo nomi di assoluto livello che hanno mosso i primi passi in nerazzurro. Tra questi, Morfeo e Montolivo, Zaza e Bonaventura, solo per restare ai più noti che hanno trovato fortuna anche altrove.

Un lavorìo dietro le quinte impagabile, fatto di scouting, ricerche, osservazioni, presenze sui campi di tutta Italia, meglio se di periferia e poco battuti dalle società più quotate e famose. Per l'Atalanta, il vero Uovo di Colombo sta da sempre nel vivaio che da 25 anni a questa parte ha permesso al club di gestire le proprie finanze e mostrare un calcio di livello. Permettendo ai giovani talenti di potersi formare e di valorizzarsi. Ciò che non accade in altri club. E se si guarda ruolo per ruolo, ci si accorge che non può essere un caso se in diversi casi si tratta di giocatori di assoluta qualità, scanditi nel corso degli anni.

Portieri

In mezzo ai pali, l'ultimo prodotto si chiama Marco Sportiello. L'attuale portiere titolare della formazione di Reja che scende in campo ogni domenica, risultando spesso tra i migliori nel suo ruolo. Cresciuto nel vivavio nerazzurro, adesso a 23 anni è al centro dell'interesse di molte società. Ha preso il posto di un altro ex Primavera della Dea, Andrea Consigli, oggi al Sassuolo, e che ha difeso la porta bergamasca per 6 stagioni. Andando indietro con il tempo, c'è Michael Agazzi che all'Atalanta non riuscì mai ad esordire ma che ha intrapreso una carriera internazionale, oggi al Middlesbrough, in Premier. O Ivan Pelizzoli, anch'egli in giro per l'Italia e l'Europa, precoce talento in nerazzurro a soli 20 anni.

Difensori

Tanti i talenti anche nel reparto arretrato. Capitanato da Giampaolo Bellini, difensore esterno nato a Bergamo e mai andato via dall'Atalanta alla quale ha dedicato l'intera carriera calcistica, entrando nel settore giovanile nel lontano 1986. Insieme a lui, sono cresciuti altri giovani promettenti: Davide Zappacosta e Daniele Baselli (centrocampista) che si sono accomodati nel Torino di Ventura, che hanno calcato le orme di un altro assoluto mito in nerazzurro, Cesare Natali bandiera a cavallo tra gli anni '90 e il 2000. E poi ancora "Cr77", Cristian Raimondi che ha superato le 100 presenze, o il "Muro di Grumello" al secolo Michele Canini o Davide Brivio, rientrato alla base dopo un girovagare tra Fiorentina, Vicenza e Lecce.

Centrocampisti

Alberto Grassi è l'ultimo fiore all'occhiello, con una trattativa finita a buon fine con il Napoli e 8 milioni di euro (più 2 di bonus) versati dal club partenopeo. Un futuro roseo, magari seguendo le orme di predecessori eccellenti tutti di marca orobica. Luciano Zauri, centrocampista capace di giocare anche laterale basso, o Samuele Dalla Bona, il ‘principe' dei giocatori prelevati da club esteri, acquistato dal Chelsea, oppure Tiberio Guarente che dopo aver fatto tutte le trafile bergamasche (dai 9 anni d'età) approdò a Siviglia. Note particolari se si parla però di Domenico Morfeo, trequartista dai piedi fini cresciuto nelle giovanili nerazzurre che lo prelevarono all'età di 12 anni e lo lanciarono poi nel firmamento del calcio italiano. Infine, altri due nomi d'elìte del centrocampo atalantino: Giacomo Bonaventura, oggi al Milan, classe '89 e da quando aveva 15 anni con la maglia della Dea, o Riccardo Montolivo, altro carico da 90, che dopo 12 anni di vita in nerazzurro vestì il viola e oggi il rossonero.

Attaccanti

Giampaolo Pazzini è l'emblema di chi sa fare gol ovunque abbia giocato, partendo dalle trafile atalantine. Nel 1999 entrò nel vivaio nerazzurro, poi l'esordio in Serie A fino al volo finale: la Fiorentina, la Nazionale, l'Inter, il Milan, la Samp, oggi il Verona. Insieme a lui c'è anche Simone Zaza, altro prodotto bergamasco che è sbocciato a Sassuolo ma che dal 2002 orbitava nel club atalantino. Attaccante di razza e d'esportazione insieme a Manolo Gabbiadini, altro elemento che è sbocciato alla Dea ed è nel giro dei migliori attaccanti della Serie A. Indietro nel tempo, i prodotti offensivi non sono mai mancati: Andrea Lazzari, Rolando Bianchi, Iniacio Pià, Alex Pinardi, Fausto Rossini.

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