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Assocalciatori: “I club pensano ad allenarsi, irresponsabili e senza dignità”

Un duro documento dell’Assocalciatori prende di mira le società di calcio che, nonostante l’emergenza Coronavirus e le ultime notizie sulla diffusione dei contagi anche tra i tesserati, convocano i giocatori per gli allenamenti: “Vivono su un altro pianeta. È offensivo nei confronti di medici, infermieri e personale sanitario che sono in prima linea e ci implorano di rimanere a casa.
A cura di Maurizio De Santis
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La Serie A è ferma, fino al prossimo 3 aprile non si gioca. E non si sa cosa accadrà a partire dal primo week-end utile (4 e 5 aprile): si tornerà in campo oppure l'attività agonistica resterà sospesa? In un momento di grande incertezza e paura per il Paese a causa dell'emergenza Coronavirus (qui tutti gli aggiornamenti in tempo reale) e, alla luce delle notizie sui contagi diffusi anche tra i calciatori (sono 9 i casi registrati, con Cutrone e Pezzella della Fiorentina), l'Assocalciatori interviene con un documento pubblico molto duro. Un atto d'accusa nei confronti di quei club che, nonostante il blocco totale e le misure per il contenimento della proliferazione del morbo, hanno ripreso oppure riprenderanno a breve gli allenamenti.

Siamo indignati – si legge nella nota del sindacato dei giocatori italiani – nel registrare ancora oggi un comportamento scriteriato e fuori dal contesto nazionale e internazionale di alcune società che si ostinano a convocare gli atleti per allenamenti in piccoli gruppi, o peggio ancora, per il controllo quotidiano della temperatura.

Lo spettacolo non deve continuare per forza, la salute prima di tutto: è il messaggio ribadito dall'Assocalciatori che censura così la condotta di alcune società definita irresponsabile e più ancora vergognosa.

Se i club convocano in Italia calciatori per il solo fatto di controllare la presenza di febbre o meno, costringendoli a muoversi da casa, incontrare persone, frequentare ambienti per ottenere un dato facilmente comunicabile per telefono, è un atto vergognosamente irresponsabile nei confronti delle tante persone costrette a muoversi e a lavorare per consentirci un minimo di servizi necessari. Inoltre, è offensivo nei confronti di quanti sono in prima linea, medici, infermieri e personale sanitario, che ci implorano di rimanere a casa.

Che senso ha convocare i calciatori appellandosi al decreti ministeriale se tutte le competizioni internazionali sono sospese? Perché farlo se nemmeno si ha la certezza di quando e se riprenderanno? C'è forse un secondo fine dietro la pratica delle società? Un atto di denuncia molto forte da parte dell'Assocalciatori che motiva così le proprie perplessità.

Se le società convocano gli atleti difendendosi con il DPCM (che permetterebbe gli allenamenti per atleti/atlete di interesse nazionale per la preparazione a competizioni nazionali e/o internazionali) devono spiegare quale sia l'interesse nazionale di tenere in forma atleti ed atlete che nella migliore delle ipotesi non riprenderanno l'attività prima di metà aprile! Questo significa che stanno vivendo su un altro pianeta.

Se, infine, la convocazione è volta ad ottenere il rifiuto dai calciatori per poter poi procedere con la decurtazione degli emolumenti significa che stiamo raschiando il fondo del barile della dignità. Tradotto, oggi in Italia ci sono ancora società calcistiche – conclude l'Aic – che o sono vergognosamente irresponsabili, o vivono su Marte o sono privi di un minimo di dignità.

Cogliamo l'occasione per dare un grande abbraccio ideale ai tanti medici, infermieri e personale sanitario che in questi giorni e nelle prossime settimane avranno bisogno del supporto dell'Italia intera. Grazie da tutti noi".

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