Arturo Calabresi: da Boris all’esordio in Serie A con il Bologna
Boris è stata, senza dubbio, una delle serie televisive più amate in assoluto, tra quelle italiane. Ancora oggi le repliche hanno un enorme successo e sui social ci sono ancora tante pagine dedicate a quella serie e a quei personaggi, che avevano tutti un bel tratto distintivo. In una delle ultime puntate della terza stagione è previsto l’arrivo di un calciatore, sul set si parla di un grande campione (vengono citati Pirlo e Gattuso, due campioni del mondo), ma alla fine si presenta Sergio Brio, per oltre un decennio difensore della Juventus con cui ha vinto una dozzina di trofei e che viene ricordo anche per le battaglie con Pruzzo, nelle leggendarie partite tra Juve e Roma della prima metà degli anni ’80.
Quando Brio arriva sul set viene braccato da Biascica, un personaggio cardine, il capo elettricista, grande tifoso della Roma che chiamerà ‘Francesco Totti’ il terzo figlio, che dopo aver saputo che sarebbe arrivato un calciatore fa arrivare sul set il figlio, Arturo. L’incontro tra Biascica e Brio c’è, si evoca il famoso gol di Turone, con loro c’è anche Arturo, che anche nella vita vera è il figlio dell’attore che interpreta Biascica, che è il bravissimo Paolo Calabresi.
Arturo Calabresi all’epoca giocava a calcio, era un ragazzino e già era della Roma con cui ha fatto tutta la trafila nelle giovanili. Il club giallorosso quando è diventato grande non gli ha dato fiducia, anche se con le giovanili si è comportato bene al Viareggio e in Youth League, e si era messo in luce e anche con le nazionali, dall’Under 17 all’Under 21. Fuori dalla Primavera, Calabresi inizia a giocare in Serie B, tanti prestiti, non tantissime le presenze, milita con tante squadre: Livorno, Brescia, Spezia e Foggia.
Lo scorso giugno il Bologna lo acquista a titolo definitivo. Inzaghi lo ha schierato per la prima volta oggi e il suo esordio in Serie A è avvenuto proprio contro la Roma, in un match trionfale per i rossoblu che hanno vinto 2-0. Il piccolo Arturo è diventato grande, probabilmente non proverà a emulare Brio, che era un difensore estremamente roccioso, giocatori così nel calcio moderno quasi non ce ne sono più, magari riuscirà a vincere tanti trofei come ha fatto Brio, lo stopper di Boris.