Arrivederci Bologna: il saluto di Marco Di Vaio, nell’ultima apparizione al Dall’Ara

Un pezzo alla volta – Le tentazioni sono tante e forti e, spesso, irrinunciabili. Un giocatore alla volta, la Serie A rischia di perdere tutti quei campioni che, in questi anni, hanno fatto la fortuna del nostro calcio. Le prossime partite, infatti, rischiano di essere le ultime in Italia per alcune grandi firme. Tra questi: Alessandro Del Piero, ripudiato dalla Juventus e tentato dalla Premiership inglese, Alessandro Nesta, in scadenza di contratto e curioso di affrontare l'esperienza americana e Marco Di Vaio, l'unico ad aver già annunciato quale sarà il suo futuro: lontano dalle due torri bolognesi, lontano dallo stivale tricolore. L'ennesima fuga di "piedi" all'estero, porta il nome del capitano e bomber rossoblu che dopo quasi 150 partite, una sessantina di gol (tra campionato e Coppa Italia) e qualche piccola, fastidiosa, critica durante questa stagione, ha deciso di imbarcarsi per il Canada, dove lo attende il Montreal Impact, squadra della Major League Soccer canadese che ha, nella sua rosa, altri due "fuggitivi" italiani: Bernardo Corradi e Matteo Ferrari. Il match con il Napoli, quindi, avrà un sapore particolare per Di Vaio e per la tifoseria felsinea, pronta a salutarlo nel migliore dei modi. Una scelta di vita, spiegata in una conferenza stampa nella mattinata di ieri: "È arrivato il momento giusto per andarmene lasciando di me un buon ricordo, non voglio rovinare quello che ho costruito qui in questi 4 anni", ha spiegato un Di Vaio leggermente emozionato, ai giornalisti presenti in sala.

Gli italiani lo fanno meglio – Chi per esperienza di vita, chi per soldi. Sono diversi, in questi anni, i calciatori (e allenatori) italiani espatriati all'estero. Uno dei primi fu Damiano Tommasi, oggi portavoce proprio di quella categoria che, pur di giocare (e incassare), è disposta a scendere in campo con atleti che, il pallone non sanno neanche come è fatto. Ieri l'ex giocatore giallorosso, oggi (ancora, perché lo ha già fatto giocando nel Valencia e nel Monaco) Marco Di Vaio. Passando, tra gli altri, per i vari Donadoni, Cirillo, Cannavaro, Maresca e per finire con Balotelli, Rossi, Toni: grandi giocatori e vecchi campioni passati di moda, che hanno trovato all'estero nuovi ammiratori e nuova linfa sportiva. Poteva, Di Vaio, tirarsi indietro davanti ad una offerta simile?
Da Roma a Montreal – Il suo, fortunatamente, non è un addio definitivo. Come altri suoi predecessori, tornerà in Italia, magari per sfruttare la sua esperienza e metterla in pratica dietro ad una scrivania: "Bologna resta casa mia per sempre – ha dichiarato l'attaccante – io qua tornerò a vivere dopo l'esperienza che ho scelto di andare a compiere a grande distanza dall'Europa. Il mio è solo un arrivederci". Cresciuto nelle giovanili della Lazio, sotto lo sguardo attento di Dino Zoff, Di Vaio ha lasciato il segno in ben nove squadre, tra Serie A, B e campionati stranieri. Un curriculum di tutto rispetto, impreziosito dalle presenze con la maglia azzurra, sotto le gestioni di Trapattoni e Lippi. Una strada lunga, che lo ha portato a vincere scudetti (con la Juventus nel 2002/2003) e coppe varie. Un percorso, non solo italiano ma anche europeo con Monaco e, soprattutto, Valencia dove nel 2004, insieme a Carboni, Corradi, Fiore ed il mister Ranieri, vinse una Supercoppa Europea contro il Porto: trionfo tutto italiano, "griffato" proprio dalla sua rete del 2 a 0. Provata l'esperienza europea, ora per lui si aprono le porte della "Petite Italie" della città canadese: uno dei principali centri di Montreal dove la forte percentuale di italo-canadesi (più del 10% della popolazione), si ritrova grazie alla presenza di negozi e ristoranti italiani.

Gli ultimi minuti – Ci saranno tutti, domani, ad applaudire il capitano per la sua ultima partita. Semplici tifosi, personaggi appartenenti al mondo dello sport, autorità e vip vari che hanno a cuore le sorti della squadra bolognese. Non ci sarà, purtroppo, Lucio Dalla, per il quale Marco pianse la sua tragica scomparsa: "Voglio ricordare il nostro incontro – dichiarò subito dopo la sua morte – avvenuto ad una partita di basket della Virtus. Mi chiese molte cose sul Bologna, dimostrando la passione di un tifoso vero". Grande amico e tifoso di Di Vaio, Dalla condivise le sue passioni sportive con Gianni Morandi, diventato nel corso degli anni un simbolo del tifo felsineo per il suo forte attaccamento alla maglia, riconosciuto dalla società bolognese con l'incarico di "presidente onorario". Fu proprio Morandi a "premiare" Marco Di Vaio nel Marzo di due anni fa quando, raggiunta la sua presenza numero cento, gli venne consegnato il "Nettuno d'oro", un'alta onorificenza bolognese che, prima di lui, vinse anche il compianto Giacomo Bulgarelli: uno che, da queste parti, sventola su tutte le bandiere rossoblù. Proprio questo riconoscimento, fu il momento più alto e, allo stesso tempo, più basso della sua esperienza a Bologna. Premio che Di Vaio restituì, nell'aprile scorso, dopo essere stato indagato per lo scandalo dei pass per disabili. Una brutta avventura che, però, non ha lasciato traccia sull'affetto dei bolognesi, intenti a preparare il "Di Vaio day": la festa al Dall'Ara per la sua ultima apparizione in città, da giocatore. L'appuntamento è tra due anni, quando tornerà per fare il dirigente, come ha confermato il presidente Guaraldi: "Con Marco non c'è bisogno di contratti, mi fido sulla parola".