Argentina, Di Maria e lo psicologo: “Mi aiutò a superare il tunnel delle 3 finali perse”
L'Argentina di Sampaoli ha vinto l'amichevole contro l'Italia di Di Biagio, quasi passeggiando per 90 minuti e tenendo a bada la voglia di riscatto azzurra dopo il crollo nella qualificazione mondiale, senza molti problemi. Il ct ha schierato una formazione ricca di seconde scelte ma non ha rinunciato a Angel Di Maria che un posto a Rusia 2018 ce l'ha al 101 per cento. Anche perché lui, insieme a Messi e molti altri vuole ad ogni costo il titolo iridato la prossima mondiale. Un traguardo che è diventata una ossessione in Patria tanto che per uscire dal tunnel delle tre finali perse, c'è voluto anche l'auto di uno psicologo.

Il migliore contro l'Italia
Contro l'Italia è stato il migliore in campo ma non è una sipresa: Di Maria in Nazionale spesso riesce a dare il meglio di sè soprattutto quando sente la fiducia attorno, come sta facendo Sampaoli. Molti sono rimasti in panchina contro gli azzurri, lui no: in campo dal primo minuto ha preso per mano il gruppo e lo ha traghettato verso il successo. Ennesima conferma che tra tanti dubbi, Di Maria è certamente un punto di riferimento certo.
Una rinascita individuale che attende quella del gruppo. Perché dopo le tre finali giocate e perse, Di Maria per uscire dal tunnel si è rivolto all'aiuto di uno psicologo. Che è servito per ricreare l'autostima e una considerazione di sè che lo sta aiutando a riprendersi un posto da leader in campo e fuori
Giocare tre finali e perderle è stato durissimo, come sentirsi dare dei perdenti dalla critica. Vedi l’obiettivo a un passo e ti sfugge. A tutti noi sono passate tante cose per la testa, come lasciare la Nazionale come ha fatto Leo, ma io non c’ho mai pensato: la mia famiglia mi ha sempre spinto a continuare, io odio perdere e non avrei mai potuto lasciare così.
Il calcio deve un Mondiale a Messi
Di Maria ora vuole vincere un Mondiale per sè e per il suo grande amico di mille sventure: Leo Messi. Anche la Pulce ha sempre fallito in Nazionale, tanto da rischiare di allontanarsi per sempre. Contro l'Italia il fenomeno del Barcellona è rimasto a riposo, in panchina a guardare una squadra che comunque ha vinto e che – come ricorda Di Maria – è pronta ad affrontare il mondiale con lo spirito giusto.
Ottenere la qualificazione nel modo in cui l’abbiamo conquistata è stata una liberazione, una catarsi. Messi? Il calcio gli deve un Mondiale. La nostra è una generazione di teste dure: abbiamo vinto tanto a livello giovanile. Sappiamo che in Russia non sarà facile, che anche per come ci siamo qualificati non siamo tra i favoriti, ma abbiamo grandi giocatori e cercheremo di farcela ugualmente.