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Arezzo, la “spia” di Capuano lascia la società amaranto

Risoluzione consensuale per l’Arezzo e Sperotto, colui che ha registrato il clamoroso e duro sfogo del tecnico aretino. Il 23enne difensore è ora in cerca di una squadra.
A cura di Alberto Pucci
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Alla fine l'unico che sorride è Ezio Capuano: il vulcanico allenatore dell'Arezzo che, dopo una clamorosa sfuriata dentro lo spogliatoio, era finito su tutte le prime pagine dei giornali grazie alla registrazione fatta di nascosto da uno dei suoi giocatori. Nicolò Sperotto, il colpevole di questa "bravata", è invece ufficialmente a spasso da oggi e in cerca di una nuova squadra. A nulla è servita la mediazione della dirigenza aretina che, pressata dalla richiesta di cessione avanzata dal proprio tecnico, ha trovato il modo di rescindere consensualmente con il difensore (con pagamento degli arretrati e una buonuscita), già messo fuori rosa da Capuano, dopo il post partita del 7 ottobre scorso: diventato incandescente per le parole dell'allenatore, infuriato con i suoi ragazzi dopo la sconfitta in amichevole con il Lucignano.

Lo spogliatoio sacro – Le parti si sono incontrate a Firenze e hanno raggiunto un accordo, prima che ci mettesse il naso anche il Collegio Arbitrale con evidenti rischi per società e giocatore. Davanti al legale della società amaranto, Mattia Grassani, si sono seduti il direttore sportivo Adriano Citrullo, il segretario Gianluca Zinci e l'avvocato Mario Setragno: in caricato da Sperotto di curarne i propri interessi. Dopo la prima richiesta dell'Arezzo (rescissione) e la risposta del legale del difensore (reintegro e pagamento delle mensilità arretrate), club e giocatore hanno trovato un accordo alla fine sottoscritto da entrambe le parti. Non sono bastate, dunque, le scuse pubbliche (e televisive) di Sperotto per placare l'ira del tecnico salernitano. Allenatore che, nei giorni seguenti al suo sfogo, aveva pubblicamente censurato l'accaduto: "Lo spogliatoio è sacro e non mi era mai accaduto un fatto del genere. Ciò che succede all'interno dello spogliatoio, non dovrebbe mai finire in piazza".

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