Arcidiacono: “Chiedo scusa alla vedova Raciti e alla Polizia”
"Chiedo scusa alla famiglia Raciti e alla polizia". Sono le parole di Pietro Arcidiacono, il calciatore della Nuova Cosenza (squadra che milita in serie D) che sabato scorso dopo aver segnato una rete ha esultato mostrando una maglietta recante la scritta "Speziale innocente" e poi sanzionato con un Daspo di tre anni. Speziale era stato condannato in via definitiva in Cassazione per omicidio preterintenzionale dell'ispettore capo di Polizia, Filippo Raciti, avvenuto nel 2007 in occasione del derby tra Palermo e Catania.
Per quanto riguarda la questione della maglietta esposta dopo il gol, voglio precisare che si è trattato di un gesto di conforto nei confronti della famiglia Speziale che non sta attraversando un buon momento – ha poi aggiunto Arcidiacono, durante un incontro con i giornalisti all'hotel Royal a Cosenza -. Sono molto dispiaciuto, anche perché non volevo offendere la famiglia Raciti né la Polizia.
"E' stato un bel gesto". Così ha accolto la notizia Marisa Grassi, la vedova Raciti, che esprime un ulteriore auspicio.
Ora spero che non arrivino altre offese da altri calciatori alla memoria di mio marito – ha affermato ai microfoni di Radio 24 -. La solidarietà a Speziale Arcidiacono poteva mostrarla in privato, senza offendere la società civile e la giustizia. Prenda esempio da mio figlio. L'ho appena lasciato all'allenamento: lui ama il calcio, gioca, ma non ha mai indossato una maglietta in memoria del nome del padre. Ogni calcio che tira lo fa per l'amore e la passione che il calcio ancora riesce a regalargli. Dal calcio io non mi aspetto e non voglio altri messaggi di violenza. Mi aspetto anzi un messaggio di educazione e civiltà. Quella scritta invece mi ha offesa e maltrattata.