Antonio Conte, rabbia e tachicardia: gli hanno dato una pastiglia per calmarsi
Principio Tachicardia. Ecco perché Antonio Conte ha preferito non presentarsi in sala stampa dopo la partita con il Cagliari. Che non fosse abbastanza sereno era evidente, a giudicare da quanto accaduto al triplice fischio di Manganiello. Che abbia rischiato un colpo per la foga e la rabbia è stata la diretta conseguenza del cuore che tambureggiava in petto a ritmo impazzito. Che quell'attimo di follia possa costargli caro (due anche tre giornate di squalifica) è timore palpabile e, alla luce di quanto ha combinato sul rettangolo verde quando ha affrontato faccia a faccia il direttore di gara, è stato anche meglio aver evitato la passerella in tv.
Chissà cosa sarebbe successo se avesse ceduto al nervosismo tracimando per le domande più pungenti. Gli erano già bastati il gol di Nainggolan e la reazione furente di Lautaro Martinez per sballare (quasi) le coronarie. E allora è stato meglio tacere, il silenzio è d'oro. E poi il Napoli ha battuto la Juventus al San Paolo "aggiustando" un po' la domenica amara iniziata all'ora di pranzo con un boccone indigesto e conclusa a cena con due babà e un goccio di limoncello per addolcire un po' l'umore (e la bocca).
Che domenica bestiale, avrà pensato Lele Oriali mentre faticava a tenere a bada prima i calciatori poi lo stesso tecnico. Una domenica vietata ai deboli di cuore… e quando Conte ha fatto rientro nello spogliatoio, in preda ancora alla trance agonistica e dell'ira funesta, perché mitigasse il suo furore gli hanno consigliato di prendere un calmante, un pastiglia per un principio di tachicardia. Insomma, non era affatto opportuno che l'allenatore sopportasse anche lo stress delle domande (anche quelle più indiscrete) magari replicando con risposte altrettanto indiscrete. Non era emotivamente sereno. Meglio tacere. Tanto la Juve ha perso al San Paolo ed è forse questo il miglior analgesico.