Antonio Conte: “E’ una vergogna, non ho mai scommesso. Un giudice tifoso è contro di me”
Una conferenza stampa infuocata, ricca di amarezza e volta a far valere la giustizia, quella verità di cui i bianconeri si sentono privati. Dopo la sentenza della Corte di giustizia federale che ha confermato i 10 mesi di squalifica inflitti ad Antonio Conte in primo grado dalla Commissione Disciplinare nell'ambito del processo per Calcioscommesse, da Vinovo, hanno preso la parola il mister bianconero assieme al suo vice Angelo Alessio e al suo team di avvocati composto da Giulia Bongiorno, Antonio De Rensis e Luigi Chiappero.
La verità di Conte contro dei "giudici tifosi"– L'allenatore della Juventus alza la voce, nella speranza che il suo messaggio risuoni con più forza. Parla ora perché ieri "c'è stata la ciliegina sulla torta": è arrivata la conferma di una squalifica che gli sta stretta.
Sono rimasto allibito dal componente della commissione che mi ha giudicato. Reputo il comportamento di questo signore fuori dalle regole, quelle che dovrebbe far rispettare. Forse per uscire sulle pagine dei giornali, usa il mio nome facendo delle dichiarazione inopportune. Forse da tifoso, o forse per motivi personali"
La sua invettiva colpisce i metodi usati durante il processo e non solo: "C’è un giudice che parla di me, dice cose inopportune, forse da tifoso. Ha qualcosa di personale con me".
Il tecnico bianconero ribadisce, a pieni polmoni, di non avere mai scommesso ne', tanto meno, afferma di averlo fatto durante la famosa Novara-Siena.
Partiamo con Novara-Siena: sono sette mesi che sono sulle prime pagine dei giornali e nei titoli delle televisioni, sette mesi che la mia faccia viene associata al calcioscommesse e non ho mai scommesso in vita mia. Si è detto di una riunione tecnica in cui io sarei andato a parlare di una partita accordata: vi spiego cos'è la riunione tecnica, io entro a parlare con la squadra della partita, a caricarla di motivazioni, a spiegare cosa fare, a decidere se alzare o abbassare la tensione. E io avrei detto davanti a venticinque persone, venticinque famiglie, "ragazzi tranquilli, oggi si pareggia". Questa è stata l'accusa infamante che mi ha portato in questa vicenda. Oggi mi ritrovo con questo signore, Filippo Carobbio, ‘Pippo' per la procura, collaboratore di giustizia che a me viene da definirlo aggiustatore di presunta giustizia, definito credibile. Uno che ha venduto se stesso, la sua famiglia e i suoi compagni da tre anni viene definito molto credibile, e Antonio Conte ‘poco credibile"