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Antonio Cassano annuncia l’addio al calcio: “Troppo stress: tra tre anni e mezzo lascio”

Dopo la bella vittoria azzurra nell’ultima partita per le qualificazioni ad Euro2012, tengono banco le dichiarazioni del Genio di Bari Vecchia che lamenta una stanchezza molto simile a quella manifestata da Ibra dal ritiro della Svezia. Tra sottili analogie e grandi differenze.
A cura di Alessio Pediglieri
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L'Italia vince e diverte: contro l'Irlanda del Nord, succeso con tre reti, tanto gioco, calciatori nuovi e una imprinting ben definito che porta il marchio di Cesare Prandelli. Tutti felici e contenti? No, perchè proprio l'eroe di serata, Antonio Cassano, autore di una doppietta d'autore e di una prestazione maiuscola che gli ha permesso la standing ovation di tutta pescara, ha approfittato proprio dei riflettori puntati su di lui per togliersi un sassolino, scatenando una frana. Il Genio di Bari Vecchia ha deciso che prossimamente chiuderà con il calcio giocato, fra tre-quattro anni, giusto il tempo di  togliersi qualche soddisfazione sportiva con la maglia del Milan e della Nazionale, tra Champions League, Europei e Mondiali.

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Tra stupore e incredulità, le dichiarazioni shock

Un autentico "Cassano show" con ytanto di colpo di scena finale: chi aveva assistito alla vittoria azzurra aveva pensato che tutto fosse finito al 10′ del secondo tempo, quando Cesare Prandelli aveva tolto l'eroe di serata per l'applauso meritatissimo da parte di tutto lo stadio di Pescara dopo la prima (splendida) doppietta in azzurro. Invece il colpo di teatro è ancora lontano da arrivare e solamente nel dopo gara, dallo studio della Rai, nella pancia dello stadio Adriatico, dove si alternano per le interviste e le analisi di rito tutti gli azzurri, ecco spuntare il Cassano che no nti aspetti: "Ho 29 anni, sono da dieci in nazionale però ho solo 25 presenze, faccio sempre dentro e fuori. Sono stressato. Vorrei fare un buon Europeo ed un buon Mondiale, poi mi ritiro. Smetto a 33 anni, voglio lasciare quando sto ancora bene". Parole chiare che lasciano in parte dubbiosi e in parte increduli. Difficile capire quando si è di fronte ad una "cassanta" o quando si stia parlando sul serio. Nel secondo gruppo – di quelli che credono a metà – c'è al momento lo stesso Cesare Prandelli, il CT autore del rilancio azzurro di Cassano dopo che i suoi predecessori non avevano mai creduto in lui: "Cassano fantastico? Sì, ma anche dopo la partita", è stato il commento del tecnico. Dall'altra parte – quella degli increduli – invece, ci sono gli stessi esterefatti compagni di Nazionale: "Io no, lo stress non lo sento: voglio giocare ancora – dice De Rossi, galvanizzato anche in vista del derby romano di domenica sera dove vestirà la fascia di capitano giallorosso dopo il forfeit di Francesco Totti per Lazio-Romapoi magari tra quattro anni a lui andrà più che a me continuare a giocare". "Era solo una battuta, io che ho 34 anni voglio giocarne altri 10 – ha commentato invece Gigi Buffon che si reinventa pompiere per stemperare parole di fuoco – vedrete, la prossima volta se la rimangia". "Vuol dire che lo coccoleremo", è stato invece il commento di un Montolivo sinceramente meravigliato.

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Cassano vs Ibrahimovic: la ‘stanchezza' ha genesi diversa

La "grancassa" delle parole di Antonio Cassano ha avuto ancor più risonanza non solo perchè sono arrivate dopo una "notte magica", ma perchè giungono a poche ore dalle dichiarzioni "svedesi" di Zlatan Ibrahimovic. Due ‘geni‘ accomunati dalla stessa capacità di dare del ‘tu' al pallone, di vestire la stessa maglia rossonera e di accusare una improvvisa comune "stanchezza" di un calcio che sembra pesare enormemente sulle spalle dei fenomeni. Se questi sono gli elementi in comune, ci sono anche delle profonde differenze però tra i due giocatori, in primo luogo perchè Cassano è unico, anche nelle sue esternazioni e nella sua franchezza, come quando ammette che "al 70% me le vado a cercare, faccio delle belle cagate. Però non me ne perdonano una, anche quando faccio bene". In secondo luogo, la storia calcistica del Genio di Bari Vecchia è differente da quella di Ibra perchè fatta di alti e bassi, spesso per intemperanze di un carattere che nessuno – nemmeno Cassano stesso – è mai riuscito a domare: "Sono stressato, sono 13 anni che sono nel giro del calcio e qualsiasi cosa che dico non va bene. Quindi a 33 anni esco dal calcio e mi godo la famiglia, spero di avere altri due o tre figli". Eccola la differenza: mentre le mezze verità di Ibra sembrano lanciare messaggi, Cassano è cristallino anche in quella che per alcuni si potrebbe definire eccessiva ingenuità. Nessun secondo fine, semplicemente la coscienza di aver già dato al calcio e che ci sia qualcosa di più importante oltre il terreno di gioco e un pallone che rotola. Forse, se proprio si vuol dare retta alle sue parole, la voglia di smettere è nient'altro che la conferma della maturazione del Cassano uomo, pronto a progettare la sua vita senza dover vivere alla giornata. Non è un caso, infatti, che l'idea di smettere arrivi proprio in un momento importantissimo della propria carriera, quando con il Milan sta trovando continuità di prestazioni e con la Nazionale di Prandelli è stato insignito di un ruolo che potrà solamente crescere da qui ad Euro2012 e – forse – per i prossimi Mondiali brasiliani.

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Tra malessere e voglia di vincere Champions, Europei, Mondiali

Antonio Cassano ha un profondo malessere dentro sè ma è anche convinto che questa Italia, questa "sua" Italia, si possa "togliere parecchie soddisfazioni" dove lui potrebbe essere un protagonista importante visto che contro l'Irlanda del Nord si è tolto lo sfizio di raggiungere un ex compagno nella classifica dei cannonieri azzurri, un certo Francesco Totti. "Io come Totti? Normale che i gol li ho voluti… altrimenti avrei calciato fuori. Ogni tanto va bene qualche complimento, altrimenti mi massacrano sempre, del resto sono un pagliaccio dalla nascita". Questo il Cassano propositivo,  ma dietro la ‘maschera' ecco che tornano le motivazioni di parole che hanno già lasciato il segno: "Sono 13 anni che mi gratto la testa e non va bene, qualsiasi cosa che dico non va bene, quindi a 33 anni esco dal calcio e mi voglio godere la vita e la famiglia. Il calcio per me è stata la cosa più bella del mondo, però ora sono un po' stanco. L'abitudine mi stanca, voglio fare altri tre anni bene e poi smettere. Ho vinto poco? Se uno vince poco o tanto se lo è meritato. Se Buffon ha vinto tanto è perchè se lo è meritato, io ho dato poco e quindi ho vinto poco. Comunque devo ringraziare Prandelli, lui mi ha dato fiducia e mi è stato veramente vicino quando tutti mi dicevano che ero grasso. Abbiamo un rapporto speciale, spesso ci sentiamo e mi ha dato lo slancio per fare bene anche con il Milan".

Del futuro però non parla, Cassano. Prevede semplicemente qualcosa lontano dal calcio, cui ha già dedicato l'intera gioventù: "Non so fare niente, nemmeno parlare – ha sdrammatizzato nel dopo gara di Italia-Irlanda -, quindi non potrei fare l'opinionista perchè direi solo cavolate". Eppure non riesce a resistere nel dare già consigli ai giornalisti: "Non vi preoccupate: quando va via Cassano avrete ancora da scrivere perchè c'è Balotelli, che è un altro grande personaggio". Poco ma sicuro.

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