Andrès Iniesta: l’incarnazione del giocatore ideale
E' il tipico giocatore che qualsiasi allenatore vorrebbe avere almeno una volta nella vita in squadra ma pochi potranno vantarsi di aver avuto Andrès Iniesta tra i calciatori in rosa. Perchè il 28enne di Fuentealbilla non lascerà mai la Catalogna e i colori azulgrana del Barcellona in cui è cresciuto ed è divenuto il campione di oggi. Quindi, solamente andando sulla panchina del Barça si potrà allenarlo, diversamente bisognerà goderne degli indiscussi pregi calcistici da avversario o semplicemente da spettatore.
Con lui la Spagna diventa campione di tutto – Don Andrès è tra i più completi centrocampisti di sempre nella storia del calcio, capace di determinare le sorti delle squadre in cui gioca, club o nazionale che siano. Ottima visione di gioco, bravo con entrambi i piedi, assistman sopraffino, ultimamente si è sempre più specializzato anche nei gol. Particolarmente amati quelli decisivi. Un esempio? Troppo poco, bisogna almeno farne tre e tutti di massimo prestigio come gli ultimi due campionati d'Europa (2008 e 2012) e il Mondiale sudafricano del 2010. In cui Iniesta si è laureato sempre campione con i colori della Spagna, risultando spesso e volentieri il migliore o semplicemente il più decisivNel Mondiale del 2010 ha segnato solo due reti ma uno, il gol segnato all'Olanda, ha permesso alla Spagna di alzare al cielo il titolo di Nazionale campione del Mondo. Nel 2012, in finale con l'Italia (dove le Furie ci hanno maltrattato 4-0) è stato nominato "Man of the Match" (così come nella finale sudafricana), strappando a compagni di nazionale e avversari il titolo di "Miglior Giocatore dell'Europeo". Sempre restando con il colore rosso della Spagna, Iniesta in 2 Europei e 1 Mondiale, in totale è stato indicato dai giornalisti ed esperti di calcio per ben sette volte miglior giocatore in campo. Mai – o quasi mai – per i gol, ma per la qualità, la costanza, il rendimento sempre ai massimi livelli che ha permesso spesso e volentieri alla propria Nazionale di esprimersi ai massimi livelli e raggiungere traguardi fino a qualche anno fa solo sognati.
L'immagine del Barcellona nel mondo – E con il Barça? Qui la storia di Andrès si perde nella notte dei tempi perchè Iniesta è un esemplare prodotto della ‘Cantera' azulgrana, quel vivaio sempre in fermento capace di dare al mondo talenti e fenomeni che danno del ‘tu' al pallone. Se con la nazionale iberica fa tutta la trafila (dall'Under15 alla Nazionale maggiore) a soli 12 anni indossa la casacca del Barça senza più toglierla. Vincendo negli anni tutto ciò che c'era da vincere. E ripetutamente. Dal 1996 ad oggi, ‘Don Andrès' è cresciuto esponenzialmente di anno in anno, di stagione in stagione, dai tre anni nel Barça B (con 54 presenze e 5 reti) alle dieci stagioni in prima squadra, dove ha superato le 280 presenze e sfiorato i 30 gol all'attivo. Con la maglia azulgrana vince, dicevamo tutto. E più di una volta. 5 Liga, di cui tre di fila; 5 Supercoppe di Spagna, 2 Coppe di Spagna, 3 Champions League, 2 Coppe Uefa (oggi Europa League); 2 Coppe del Mondo per Club. Arrivando sulle vette più alte del mondo del pallone, diventando da subito un giocatore al quale faranno la corte svariati club di tutt'Europa ai quali Iniesta darà sempre il ben servito, restando nella famiglia azulgrana che lo omaggia negli anni di trofei personali altrettanto prestigiosi. Nel 2008, Iniesta vince il primo titolo di miglior centrocampista della Liga (poi si ripeterà altre tre volte); nel 2009 è nel FiFPro Wolrd XI, è nella squadra dell'Anno dell'Uefa e riceve il prestigioso premio Don Balòn; nel 2010 ancora milita nel World XI della FIFPro, nella squadra dell'Anno dell'Uefa, nel FIFA World Cup All-Star Team. Nel 2012 ottiene il titolo di Miglior Giocatore Uefa d'Europa e anche grazie a lui il Barcellona è la squadra dell'anno 2012.