Andreolli, grave infortunio: rottura del tendine d’Achille, come Zanetti

Una fitta improvvisa, come se la lama di un coltello lo avesse trafitto in quel momento. Marco Andreolli avverte un dolore molto forte e quel ‘tac', sordo, all'altezza della caviglia è una sentenza. Nessuno scontro di gioco, nessun contrasto traumatico: la dinamica dell'infortunio è ancora più beffarda perché il ko arriva dopo una scivolata dello stesso Andreolli, a palla lontana e senza avversari intorno. Il giocatore frana a terra, ha la faccia schiacciata sull'erba e sbatte il palmo della mano con forza. Lo staff medico degli andalusi corre in campo, si accorge subito che è successo qualcosa di grave: il semplice soccorso non basta, c'è bisogno di controlli più approfonditi. Il difensore ha le mani sul volto, le lacrime gli rigano il viso e la bocca è contratta in una smorfia di amarezza e paura. La gara con la Real Sociedad per lui finisce così, con le parole del tecnico, Emery, che sono un triste presagio: "Sembra davvero una cosa molto seria", ammette l'allenatore. Poi arriva la conferma, terribile, per l'ex nerazzurro: rottura del tendine d'Achille, campionato finito, adios.

Davvero sfortunato il centrale italiano che in Spagna andava alla ricerca del giusto riscatto dopo una stagione poco felice all'Inter: ceduto in via temporanea, la sua stagione s'interrompe così in maniera estremamente traumatica per lui proprio in un momento molto positivo, proprio quando sembrava aver convinto definitivamente l'allenatore a concedergli fiducia e una maglia da titolare. Finora Andreolli aveva accumulato 8 presenze tra campionato e Coppa: 6 partite nella Liga e 2 in Champions per un totale di 712 minuti, gli ultimi (fatali) nella trasferta sul campo della Real Sociedad.

"Un grande in bocca al lupo per una pronta guarigione al mio ex compagno Marco Andreolli". E' il messaggio che Javier Zanetti ha scritto sulla propria pagina ufficiale di Facebook per ricordare l'ex compagno di squadra e calciatore dell'Inter. Stessa sorte, stesso infortunio. Il capitano non dimentica e stringe in un abbraccio – sia pure virtuale – il calciatore sfortunato.