Andreas Cornelius, un Petagna vichingo alla corte di Gasperini
Salutato Paloschi, tornato al Chievo dopo il mancato feeling tecnico e la stagione decisamente sottotono, l'Atalanta si è già coperta le spalle in attacco prendendo l'alter ego di Andrea Petagna. Stiamo parlando del quasi omonimo Andreas Cornelius, di due anni più grande rispetto all'azzurro, e con molta esperienza europea maturata con l'FC Copenhagen, squadra in cui è cresciuto e si è affermato e dove è tornato dopo un'esperienza poco convincente in Premier con il Cardiff City. Classico ariete d'area di rigore, è il settimo danese nella storia del club bergamasco, ma prima di lui solo Karl Aage Hansen è riuscito a lasciare il segno, nella stagione 1949-50, con 18 gol in 37 presenze.
Bomber per l'Europa
Il suo esordio nel Copenhagen arriva il 9 aprile 2012, all'età di 19 anni appena compiuti. Il primo exploit nella stagione successiva con 18 reti in 32 presenze in campionato, che gli valgono non solo il titolo di capocannoniere al suo primo vero campionato da pro, ma anche i premi di "Calciatore dell'anno" e "Miglior giovane dell'anno". In quella stessa stagione fa anche l'esordio in Champions ed Europa League, due coppe con cui ha un feeling particolare, come vedremo più avanti. L'anno successivo, quindi, arriva la chiamata del Cardiff City, per 11 milioni di euro, ma complici alcuni problemi fisici l'avventura in Premier finisce già a gennaio del 2014 con il ritorno in patria. Qui impiega un po' a ritrovare i livelli che gli sono consoni, come testimoniano i 5 (in 12 presenze), 6 (in 22) e 5 (in 26) gol dei tre campionati successivi, fino al ritorno in auge dello scorso anno. Alle 12 reti in campionato, infatti, Andreas ne aggiunge anche 3 in Champions, 1 in Europa League e 2 in Coppa di lega, con il suo bottino che lievita fino a quota 21.
Ariete al servizio della squadra
Con la sua struttura molto possente (193 centimetri per 79 chilogrammi), Cornelius è il classico attaccante in grado di fare reparto da solo e di giocare tanto per la squadra favorendo l'apertura di spazi, il gioco di sponda, la finalizzazione in area piccola. Mancino naturale, ha un gran tiro dalla distanza e sa farsi valere nel gioco aereo, all'occorrenza anche rigorista. Tra le doti che faranno particolare piacere ai fantallenatori, la capacità di subire pochi cartellini gialli: solo 5 in 30 presenze nell'ultimo campionato. Deve migliorare sul piano tecnico, ma Gasperini è il tecnico migliore sotto il profilo della crescita e della valorizzazione dei giovani.
Cosa fare al fantacalcio
Sempre che non intervengano operazioni di mercato a stravolgere i piani tattici dell'Atalanta, al momento il danese parte in seconda fila, nelle vesti di vice-Petagna. Non va trascurato, però, un aspetto: sin qui, infatti, ha mostrato di essere molto più finalizzatore del neo-compagno di squadra e se si inserisse rapidamente nel sistema di gioco di Gasperini, potrebbe presto rubare spazi importanti. Al momento l'investimento al fantacalcio è poco consigliabile, ma è da tenere d'occhio.