Andrea Pirlo e Luka Modric, la sfida Italia-Croazia si decide a centrocampo

Forti. Sì sono forti entrambi. Andrea Pirlo e Luka Modric: piedi vellutati, mira da cecchini, classe e intelligenza tattica. Una paragone imposto dalla sfida che si disputerà oggi tra Italia e Croazia, un raffronto che in molti scioglierebbero in due secondi, senza dubbi ne' perplessità (a favore dell'uno o dell'altro), mentre altri si crogiolerebbero nell'indecisione delle scelta. Ma come si dice: il "calcio" è bello perché è vario. Non tutti nutrono gli stessi gusti calcistici o le stesse opinioni ed è per questo che è sano e divertente confrontarsi cercando di far valere le proprie ragioni. Esattamente come hanno fatto i due ct, Bilic e Prandelli, alla vigilia della seconda gara del gruppo C. Un botta e risposta di avvicinamento al match che ha messo in evidenza tale sfida nella sfida, un braccio di ferro che, come spesso capita in questi casi, è stato deciso dai numeri e dai successi conquistati in carriera.
Bilic lancia il guanto di sfida – Il ct della selezione croata, ha analizzato la stato di salute dei suoi prossimi avversari e, partendo da quanto fatto dall'Italia contro la Spagna, ha esaminato la chiave tattica azzurra. Un punto strategico che passa attraverso le geometrie disegnate da Pirlo, il fulcro del gioco dell'Italia che si rispecchia nell'opposto socio croato. Una disamina che, quindi, ha posto l'accento sul parallelismo tra i due giocatori, ma Slaven Bilic non ha avuto dubbi: "Modric è migliore".
Pirlo è un vero playmaker, come Modric per noi. Sono due autentici perni del centrocampo, se girano loro va bene tutta la squadra. Pirlo è il calciatore più importante per l'Italia, quindi dovremo cercare di pressarlo bene. Però Modric forse è anche meglio"
Poche chiacchiere, contano le vittorie – Ovviamente è arrivata puntuale la risposta di Cesare Prandelli che, in conferenza stampa, ha subito smorzato i toni e distrutto in un sol colpo il disegno delineato dal collega croato. "Pirlo ha vinto, Modric no". Poche storie, sono le vittorie sul campo che attestano il reale valore di un giocatore.
Per dire che è più forte di Andrea bisogna che cominci a portare a casa qualcosa di importante, alla fine di una carriera si contano anche le vittorie, comunque è un bel giocatore".
I successi passati sono certificati dai rispettivi palmeres, ma il match di oggi offre la possibilità ai due centrocampisti, o meglio ai due allenatori tra i quali si è snocciolata la diatriba verbale, di vincere una piccola battaglia personale.