Andrè Silva, il bomber che studia Higuain e spaventa la Juve
Archiviata in scioltezza la pratica Palermo per la Juventus è tempo di concentrarsi, a pochi giorni dall’esordio ufficiale negli Ottavi di finale di Champions League, sul Porto, ostico avversario europeo. E sì perché polemiche, moduli e sistemi di gioco a parte, il fitto calendario bianconero mette la Vecchia Signora a confronto con quello che è il reale obiettivo di questa stagione, ovvero: la Coppa dalle grandi orecchie.
L’appuntamento da non fallire e che, inevitabilmente, crea pressioni, ansie e timori. Ad aumentare il livello di attenzione poi, analizzando la rosa dei lusitani, ci pensa un baby fenomeno che, per caratteristiche tecniche, potrebbe somigliare al Pipita Higuain, parliamo di Andrè Silva. In questo contesto, andiamo a conoscere meglio il prodotto della "cantera" dei Dragoes che tanto bene sta facendo in questi ultimi mesi.
Dal Boavista al Porto, la parabola di Andrè Silva
Nato a Gondomar, un comune nel distretto di Porto, nel novembre del 1995, Andrè Miguel Valente Silva, per tutti Andrè Silva, ha mostrato fin da piccolo la sua estrema e viscerale passione per il calcio. Una passione che lo porta a muovere i primi passi nel mondo del pallone nel Salgueiros dove rimane fino al 2007. In seguito, arriva la chance con un club lusitano dal grande blasone, il Boavista. Dopo solo una stagione però il ragazzino non riesce a trovare la giusta dimensione tornando dapprima al Salgueiros per poi passare al Padroense dove, per uno di quei fatidici casi del destino, viene notato dagli scout del Porto. Di qui, una costante ascesa coi Dragoes che lo coccolano e lo allevano dalla tenera età dei 16 anni. Lì, nel club, compie tutta la trafila venendo spesso e volentieri convocato anche dalle rispettive selezioni nazionali (dalla Under 16 all’Under 21) fino al boom della scorsa stagione, quando, l’allora numero 19 con i suoi 14 gol in 29 partite permise al Porto B di Luis Castro (squadra affiliata) di vincere la Segunda Division (la nostra Serie B) con i giovani Dragoni (nessuna promozione in A per via della comune proprietà).
Uno score impressionante che ha convinto/costretto il Porto a chiamare il ragazzo in prima squadra il quale, con grande sorpresa di tutti, non ha subito l’impatto andando in rete per la prima volta contro gli “ex” del Boavista (4-0 il 14 maggio del 2016). Una crescita esponenziale, inarrestabile che gli ha poi consentito di diventare in questa stagione un titolare fisso della compagine portoghese (18 gol e 7 assist in 32 presenze ogni competizione) con anche il felice esordio col Portogallo campione d’Europa con 4 reti in 3 partite.
Estro, assist e gol: le caratteristiche tecniche
Il Portogallo storicamente ha sempre avuto un problema in attacco con l’assenza di una punta centrale forte fisicamente ed in grado di concretizzare l’enorme mole di gioco prodotta dal sontuoso tiki taka lusitano. Adattamento di Cristiano Ronaldo a parte, infatti, questo atavico cruccio si è presentato anche in tempi recenti con tanti ragazzi schierati in quella posizione ma non proprio all’altezza della situazione. Eppure, oggi, questa difficoltà sembra non esistere più grazie all’arrivo in nazionale di Andrè Silva. Il ragazzo, per merito della sua grande forza fisica (185 centimetri), della sua tecnica sopraffina e della sua capacità di giocare coi compagni difatti sembra il prototipo ideale per la nazionale rossoverde e per il 4-4-2 del suo Porto. Un numero 9 del terzo millennio, dunque, capace di segnare, proteggere la palla, far salire la squadra ma anche dribblare e creare occasioni, una autentica miniera d’oro.
Movimenti imprevedibili per l’ex esterno offensivo
Nel corso della sua giovane carriera, come spesso accade ai talenti in erba, il ragazzo ha più volte cambiato posizione in campo. Partito da ala per poi passare, a causa della sua efficacia sotto porta e del suo buon fisico, al ruolo di punta centrale, Andrè Silva ha conservato gli spunti e la capacità di giocare palla al piede, doti imprescindibili per giocare in quelle specifiche zone del rettangolo di gioco. Un retaggio importante che permette al classe ’95 di dialogare bene coi compagni ma, allo stesso tempo, di guidare con velocità e tecnica le transizioni offensive dei suoi. Un attaccante ben strutturato, dunque, ma completo e moderno al 100% che attirato su di sé le attenzioni delle grandi Real Madrid, Chelsea e Juventus comprese.
Assonanze col Pipita
Infine, pur paragonato ad attaccanti come Diego Costa, l’attuale numero 10 dei Dragoes somiglia, in alcune movenze (vedi la tecnica di base, il dribbling e la precisione in fase realizzativa), proprio al rivale di mercoledì sera, quel Gonzalo Higuain che, con la sua carriera, potrebbe rappresentare per il portoghese un modello a cui ispirarsi. Un punto di riferimento importante da cui attingere per ampliare un bagaglio tecnico già molto ben fornito.