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Anche Benitez adesso lo ammette: questo Napoli non sa essere grande

I partenopei sono ancora in corsa su tre fronti: Coppa Italia, Europa League e terzo posto ma il lavoro del tecnico spagnolo non convince più e davanti all’ennesimo stop di Verona anche lui conferma le perplessità: troppi alti e bassi per autodefinirsi un top club.
A cura di Alessio Pediglieri
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Molti lo avevano già notato da tempo e alla fine ha dovuto ammetterlo anche lui, Rafael Benitez, il tecnico di un Napoli che è troppo scostante per poterlo definire un progetto tecnico di qualità. Alti e bassi, vittorie e insuccessi, sorrisi e dolori. Senza equilibrio, tanto da perdere il terzo posto in campionato a favore della Lazio e ritrovarsi nel bel mezzo della gazzarra per la Zona Champions che ha visto aggiungersi in corsa anche la Sampdoria e la Fiorentina, altri due brutti clienti da cui guardarsi nelle prossime settimane. E' vero, i partenopei ad oggi sono ancora in corsa su tre fronti e un trofeo lo hanno già alzato, la Supercoppa in faccia alla Juventus, ed è quindi ingeneroso buttare via l'acqua sporca insieme al bambino. Ma nessuno, sotto il Vesuvio è soddisfatto della gestione Benitez. In primis il presidente De Laurentiis che stenta a pensare ad un altro anno con l'allenatore spagnolo in panchina, e poi i tifosi che si stanno accorgendo che manca sempre la classica lira per chiudere il milione.

"Ci manca la maturità per lottare su tutti i fronti e il nostro rendimento è troppo discontinuo". Queste le parole del dopo scivolone di Verona. Una confessione a cuore aperto che manifesta tutta la delusione di chi dovrebbe farsi promotore di un progetto tecnico  lungo termine. Ovviamente il malumore di Benitez va a braccetto con quello del presidente De Laurentiis, che domenica si è allontanato dallo stadio Bentegodi senza nemmeno passare dagli spogliatoio. Troppo, anche per il patron vedersi scivolare dalle mani il secondo posto e pregiudicando anche il terzo in una costante discesa verso il basso che potrebbe concludersi con l'addio a fine stagione dello spagnolo.

Gli obiettivi non mancano: giovedì sera a Mosca c'è la sfida di ritorno con la Dinamo e il Napoli avrà subito la grande chance di riscattarsi, grazie al vantaggio dell'andata, con un rassicurante 3-1. Un cammino in Europa League che se continuasse fino a Varsavia potrebbe riscattare la stagione che però resta costellata da troppi momenti dubbi sulla gestione tecnica dello spagnolo, bravo a gestire gli uomini ma mettendo in campo una squadra sempre troppo simile a se stessa, incapace di cambiare e sorprendere gli avversari. Le basi per costruire qualcosa di duraturo ci sono, tra gli acquisti di gennaio (Gabbiadini) quelli del futuro (Sepe) e la ‘nuova generazione' del dopo tenori, da Higuain a Callejon, passando da Strinic, Ghoulam, Mertens, De Guzman. Ma non da Benitez, cui sembrano  preferiti altri allenatori.

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