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Ancelotti non ha ancora il nuovo regista, Fabian Ruiz per ora è l’ombra di Hamsik

Contro la Fiorentina, lo spagnolo completa più passaggi di tutti ma si tratta quasi esclusivamente di scambi corti. Quaranta le combinazioni con Allan, primatista per palle recuperate. Pochi i cambi di gioco, molta l’imprecisione degli azzurri all’interno dell’area. Ambizioso il 3-4-3 dei viola che sacrificano il possesso in nome della densità e dell’aggressività a centrocampo.
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Un Napoli impreciso davanti alla porta non riesce a sbloccare la partita a Firenze. Solo tre squadre hanno perso meno partite in casa dei viola, che con un assetto ambizioso hanno corso diversi rischi dietro ma hanno giocato un match generoso senza derogare alla propria visione di calcio. Senza Hamsik, Ancelotti prosegue nel percorso di trasformazione di Fabian Ruiz in regista. Gli affianca Allan e Zielinski, finta ala che diventa mezzala nello sviluppo dell'azione. Innegabile la centralità nelle trame di gioco del Napoli, con oltre 60 passaggi completati e 17 appoggi su 17 a buon fine verso la trequarti offensiva. Ha creato due occasioni ma ha giocato quasi solo corto, e un playmaker non dovrebbe limitarsi a questo.

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I numeri del match

Il Napoli completa quasi il doppio dei passaggi della Fiorentina, 415 contro 240, ma solo trenta in più destinati agli ultimi trenta metri. Il possesso insistito ma non così produttivo si traduce in 18 scambi su 31 tentati all'interno dell'area contro i soli 3 dei viola. Il divario in termini di occasioni, però, è meno evidente in termini di quantità, 10 a 8, anche se in termini di qualità è sicuramente il Napoli la squadra con i maggiori rimpianti. Ruiz è l'unico dei giocatori in campo a raggiungere i 70 passaggi andati a buon fine. Quaranta complessivamente gli scambi tra lui e Allan, recordman con 14 palle recuperate, cuore e insieme limite di un Napoli con poche idee per far avanzare il pallone. Sicuramente generosa la prestazione di Callejon, che crea tre occasioni, e dall'altra parte di Chiesa con i suoi 4 dribbling riusciti su cinque.

Il quadro complessivo dei passaggi. Emerge la trama fitta del Napoli che però non riesce a generare una costante presenza a ridosso dell'area
Il quadro complessivo dei passaggi. Emerge la trama fitta del Napoli che però non riesce a generare una costante presenza a ridosso dell'area

La partita di Ruiz

L'ambizione della Fiorentina è giocarsela con un 3-4-3 sicuramente ambizioso ma non del tutto efficace soprattutto perché a Dabo mancano passo e posizione per diventare il quinto dietro nelle fasi di ripiegamento. Però i sei duelli aerei vinti in zona d'attacco vanno sicuramente a suo merito.

Ruiz galleggia all'altezza del cerchio di centrocampo. Completa otto passaggi nel primo quarto d'ora. Sette gli scambi nel primo sesto di gara con Allan. Nel primo tempo ne distribuisce 37 di appoggi sui 43 tentati. Apre il gioco, traccia spazi e profondità. Non è un caso se proprio Allan sia il secondo giocatore per passaggi completati nel primo tempo tra tutti 22 in campo, e il migliore per palloni recuperati. Sono costanti gli scambi tra i due, come frequenti le aperture dello spagnolo per Ghoulam.

Dall'altra parte, uno dei risultati più interessanti è la centralità di Chiesa negli spazi di mezzo, bravo anche a recuperar palla e sfruttare i tagli da dietro di Veretout, riportato nel ruolo di mezzala con annessa accresciuta pericolosità a ridosso dell'area.

Il confronto tra Veretout e Ruiz nel primo tempo. Più mezzala classica il centrocampista viola, lo spagnolo si spinge verso territori e posizioni a lui naturali verso la fascia sinistra
Il confronto tra Veretout e Ruiz nel primo tempo. Più mezzala classica il centrocampista viola, lo spagnolo si spinge verso territori e posizioni a lui naturali verso la fascia sinistra

La differenza, rispetto allo slovacco, diventato ormai più consapevole del proprio percorso tecnico e della sua evoluzione tattica, sta nei cambi di ritmo e di gioco, che si vedono poco anche per l'assetto difensivo di una Fiorentina che riesce a mantenere densità e con la pressione decisa sui portatori di palla toglie tempo nello sviluppo della manovra. Così il Napoli finisce per insistere in maniera ancora più netta, praticamente dominante, nel gioco corto. La presenza su respinte corte e seconde palle comunque permettono proprio a Ruiz di pennellare un sinistro raffinato dal limite appena largo.

Il Napoli domina nel primo tempo

La Fiorentina sviluppa gioco soprattutto a sinistra in avvio di partita. Hancko distribuisce più palloni di tutti verso la trequarti d'attacco dopo 20 minuti, la più frequente combinazione di passaggi è la verticalizzazione da Biraghi verso l'ex Roma Gerson. Il Napoli, che da quella parte può contare sull'anticipo di Maksimovic (titolare per l'infortunio di Albiol) in appoggio a Hysaj, rischia di sbilanciarsi a sinistra. Dopo 4 minuti, infatti, si fa male Mario Rui: Ancelotti manda in campo Ghoulam, che sei volte cerca Ruiz e in altrettante occasioni appoggia verso un compagno nell'ultimo terzo di campo.

A metà primo tempo, il Napoli ha completato il doppio dei passaggi (121 a 57), e praticamente il triplo negli ultimi trenta metri, 24 a 8. Pioli si lamenta perché la Fiorentina si abbassa troppo, rispecchiando così in campo aperto anche le peculiari posizioni in difesa sui calci da fermo: tutti all'interno dell'area per proteggere Lafont anche a costo di lasciare più spazio al limite per un eventuale secondo possesso agli avversari.

I passaggi, i tiri, le azioni offensive nel primi tempo. Si vede la maggiore occupazione dell'area da parte del Napoli, più efficace nel proteggere la propria
I passaggi, i tiri, le azioni offensive nel primi tempo. Si vede la maggiore occupazione dell'area da parte del Napoli, più efficace nel proteggere la propria

Non si vede Muriel, imprecisi Insigne e Mertens

Muriel, a cui Pioli chiede di scambiarsi spesso con Chiesa, invece è il meno influente dei viola che riescono solo una volta su otto a scambiare nei sedici metri. Notevole, invece, la torre di Zielinski per Mertens al 35′: Dabo è un po' lento nella marcatura, il belga però manca la seconda grande occasione della partita. Il Napoli non sfrutta l'ottavo passaggio di Insigne nella trequarti offensiva.

Lorenzo il Magnifico si muove a cavallo dei corridoi interni, nella ricerca dell'occupazione degli spazi di mezzo. Questo consente anche a Callejon di procedere con i tagli alle spalle della difesa. Può anche sfruttare la superiorità numerica sulle fasce, anche se alle spalle dello spagnolo agisce Hysaj può preoccupato di rispettare le consegne in fase difensiva nel mantenimento dell'equilibrio nelle posizioni. E' notevole il suo assist per Zielinski che al 53′ chiama Lafont alla grandissima parata, la più difficile della partita.

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La Fiorentina, che pure non disdegna la circolazione bassa del pallone e il coinvolgimento dei difensori nello sviluppo del gioco, come dimostrano i 31 passaggi di Ceccherini nella prima ora (recordman di squadra dopo 60 minuti), fatica a ribaltare l'azione velocemente nel secondo tempo. Anche perché, nonostante i continui richiami di Pioli, Chiesa e Muriel non coprono e quando il Napoli verticalizza gli sbilanciamenti aprono corridoi e opportunità.

Cosa cambia con Milik

Il Napoli fatica a uscire dalla difesa nella parte centrale del primo tempo. La Fiorentina si fa più aggressiva in mezzo al campo e agli azzurri serve un riferimento più stabile in attacco. Mertens viene così sacrificato dopo un'ora e una prestazione non sufficiente, non solo per le due occasioni mancate da meno di sei metri. Ha tentato tre tiri, completato 11 passaggi su 15, appena tre in avanti, ne ha ricevuti 20 ma soprattutto non ha mai dribblato un avversario. Poco brillante nell'uno contro uno, ha finito per uscire dalla partita. Inevitabile la sostituzione.

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Ancelotti inserisce anche Verdi per Insigne: l'impatto è buono, la personalità nelle giocate è ancora migliorabile. Si fa male Mirallas (a sua volta entrato per Gerson) con Pezzella che ha qualche problema nel finale ma deve stringere i denti a cambi finiti. La Fiorentina è in difficoltà, sulle gambe, ma il Napoli non sembra avere la freddezza per spostare gli equilibri. Gli azzurri, che hanno perso solo quattro delle ultime 41 trasferte, hanno segnato un terzo dei gol oltre il 75′. Stavolta però riescono solo ad aumentare i rimpianti per l'ultima occasione mancata

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