Ancelotti: “Il mio Napoli è più verticale di quello di Sarri”
Carlo Ancelotti è ripartito nel segno della continuità con il passato, apportando a poco a poco le sue idee di calcio. Il nuovo tecnico del Napoli reduce dalla doppia vittoria in rimonta contro Lazio e Milan ha fatto il punto sui primi mesi di gestione della squadra azzurri, partendo proprio dall'eredità di Maurizio Sarri. Parole significative quelle di Carletto che offrono indicazioni importanti su quella che è la sua tipologia di gioco.
Ancelotti e l'eredità del Napoli di Sarri
In un'intervista esclusiva, la cui seconda parte, andrà in onda domani su DAZN, la piattaforma di streaming live e on demand, Ancelotti ha affrontato diversi temi. In primis il suo arrivo al Napoli e l'eredità lasciata nella sua squadra attuale dall'ex allenatore Maurizio Sarri: "Bisogna sempre tenere in considerazione ciò che è stato fatto, il livello di conoscenza dei giocatori. E poi ogni allenatore ha le proprie idee, bisogna cercare poco a poco di portarle, senza buttare via ciò che di buono è stato fatto nel passato".
Le differenze tra il Napoli di Ancelotti e quello di Sarri
Grande rispetto dunque per il lavoro e i risultati di Sarri, con la volontà di apportare ovviamente miglioramenti per provare a trovare quei titoli che non sono arrivati sotto la gestione precedente del Napoli. A tal proposito questa l'idea di Ancelotti: "Poi la cosa più importante è considerare le caratteristiche dei giocatori: è su quello che si modella il sistema, non viceversa. Il primo aspetto sul quale ho voluto lavorare qui a Napoli è stato appunto questo, non depauperare tutto quello che questa squadra ha di buono. Stiamo cercando di aggiungere qualche accorgimento, come giocare più verticale, più aperto. Non so quanto tempo servirà, spero di fare bene in fretta".
Ancelotti e l'addio al Bayern
Non solo Napoli per Ancelotti che ha parlato anche della sua separazione dal Bayern Monaco. In questo caso ha giocato un ruolo definitivo la mentalità del club tedesco che si è scontrata con le idee del mister: "L'addio al Bayern? E' stato un po' atipico. Le cose non stavano andando male, le partite a settembre le avevamo vinte quasi tutte. Credo lì fosse più un problema di filosofia. Loro non volevano cambiare le cose, io sì".