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Ancelotti: “Con Irina a casa, Ronaldo si allenava fino alle 3 di notte”

Il tecnico italiano ha parlato di Cristiano Ronaldo: “A lui non interessano i soldi, vuole essere il numero 1. Si allena sempre”. Ancelotti ha anche svelato un retroscena: “Sono flessibile, ma pretendo rispetto. Per questo ai tempi del Chelsea lasciai fuori Drogba”.
A cura di Alessio Morra
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A pochi giorni dalla finale di Champions League tra Real e Atletico si rievoca spesso la finale del 2014, che vinse in modo rocambolesco e dopo i tempi supplementari il Real Madrid, che in panchina aveva Carlo Ancelotti e in campo Cristiano Ronaldo, che in quell’edizione realizzò ben 17 gol. L’allenatore italiano con il portoghese ha sempre avuto un eccellente rapporto e in un’intervista lo ha ulteriormente incensato e facendolo ha raccontato un gustoso aneddoto su CR7 e sulla sua gran voglia di allenarsi:

Cristiano si allenava sempre, era capace di rimanere fino alle tre del mattino a Valdebebas per curare il suo corpo con bagni ghiacciati, anche se Irina lo aspettava a casa. La sua preoccupazione non sono i soldi, non pensa a questo lui vuole essere il numero 1.

L’anno sabbatico di Ancelotti è quasi finito. Dai primi di luglio il tecnico emiliano guiderà il Bayern Monaco, con cui pensa di trovarsi molto bene. Perché l’ex Chelsea è sicuro di trovare un ambiente familiare, com’è stato per lui al Milan:

I club a volte sono come una famiglia, penso per esempio al Milan, altre sono come un’azienda come la Juventus: non ho avuto molte riunioni con i dirigenti del Bayern, ma credo che anche loro siano una famiglia, dal omento che nell’organigramma societario ci sono tanti ex giocatori.

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Nell’intervista al ‘Financial Times’ Ancelotti non ha voluto parlare degli obiettivi di mercato del Bayern: “Non faccio nomi altrimenti il prezzo dei cartellini aumenta”, ma ha fatto capire, dopo aver mostrato un video, che i bavaresi hanno praticamente preso Renato Sanches del Benfica: “Non dite nulla a Wenger”. Ancelotti è sempre stato molto apprezzato nella gestione dello spogliatoio ed ha fatto capire qual è il suo modello. L’ex di Milan e Real è disponibile ad effettuare delle concessioni, ma poi pretende rispetto. E chi non lo mostra anche se ha un grande nome può finire fuori squadra, come è accaduto una volta a Drogba ai tempi del Chelsea:

Ogni giorno c’è la possibilità di arrabbiarsi, ma la mia felicità è nel lavoro, nei rapporti con i calciatori, non mi preoccupo di quello che pensa la stampa. Ci sono momenti in cui si può essere flessibile con i giocatori, altri in cui invece non è possibile farlo. Se la squadra mi dice ‘Mister, la settimana è stata dura, possiamo riposare un’ora in più?’, per me non c’è problema. Però quando fisso l’orario di una riunione pre-partita pretendo che i giocatori siano puntuali. Ricordo che una volta, quando allenavo il Chelsea, aveva fissato l’orario per le 10.30. Drogba si presentò alle 11 e non giocò la partita successiva.

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