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Ancelotti: “All’estero è impossibile essere insultati, in Italia si sospendano le gare”

In occasione della ‘Panchina d’Oro’ Carlo Ancelotti ha sottolineato il suo modo di leggere il mondo del calcio, sotto un punto di vista internazionale e meno provinciale: “Quando sono andato all’estero la mia mente si è aperta. Siamo indietro, soprattutto culturalmente. I cori contro? Solo in Italia”
A cura di Alessio Pediglieri
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Carlo Ancelotti ha le idee chiare sul nostro calcio e non solo. Le esperienze in Inghilterra, in Germania, in Francia e in Spagna gli hanno permesso di aprire la mente, di evolvere più e meglio di alcuni suoi colleghi il concetto di calcio, inteso come evento globale. E lo ha sottolineato nel suo ultimo intervento alla ‘Panchina d'Oro', ribadendo l'importanza di crescere non solo da un punto di vista tecnico ma culturale.

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Uno dei tecnici più vincenti, più amati e rispettati. Un motivo ci sarà ed è ben chiaro in un concetto semplice: sviluppare la propria capacità nel comprendere che la professione di allenatore, come per molti altri impieghi, debba assumere un carattere internazionale, evadendo dai confini del nostro calcio. Per Ancelotti non è stato semplice, ma necessario per ottenere i risultati conquistati.

Ora il calcio si è globalizzato, ma all'estero sono più avanti nelle strutture e a livello culturale. Noi siamo indientro, pensiamo ancora al calcio come a una battaglia

La scuola italiana all'avanguardia

Il concetto di Ancelotti è chiaro sia da un punto di vista tecnico che culturale. Sul piano prettamente calcistico, la Serie A tradizionalmente ha poco da invidiare agli altri anche se ci sono dei miglioramenti da effettuare per ritornare ai livelli del passato: " Noi allenatori italiani siamo più capaci a garantire conoscenze difensive che altrove sono sottovalutate. Il calciatore italiano ha più conoscenze per l'esperienza che ti da la serie A. Quando sono arrivato la prima volta in Inghilterra ho trovato un gruppo di lavoro diverso dal mio staff e le mie conoscenze si sono aperte"

Sospendere le gare in caso di insulti

Ma la grande battaglia, e conseguente vittoria più importante, la si deve conquistare a livello di cultura sportiva. Per Ancelotti è la chiave con cui alzare l'asticella: "All'estero, ad esempio, è difficile essere insultati dagli spalti. In Inghilterra è addirittura diventato impossibile. In Spagna c'è una rivalità forte tra le grandi squadre ma non c'è maleducazione tra i tifosi. In questo senso noi possiamo e dobbiamo migliorare molto. Ora si possono sospendere le partite e non solo per la pioggia".

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