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Ancelotti: “Allenare l’Italia? No, per me sarebbe come cambiare mestiere”

Il tecnico esonerato dal Bayern Monaco è stato accostato all’Italia del dopo Ventura: “Io voglio allenare un club. Per me il calcio è avere contatto quotidiano coi giocatori, andare in azzurro sarebbe come cambiare mestiere. A Gattuso direi una cosa: se si deve affondare lo si faccia con le proprie idee non con quelle degli altri”
A cura di Alessio Pediglieri
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Carlo Ancelotti. Il nome più chiacchierato del calcio italiano. Da quando ha lasciato il Bayern Monaco per evidenti frizioni con i giocatori e la dirigenza, il tecnico italiano – oggi senza ingaggio – è tra i principali indiziati per sedersi sulla panchina della Nazionale italia per il dopo Ventura. Ma ci sono anche altre sirene che provano a coinvolgere il tecnico di Reggiolo, come il Milan oggi affidato a Gattuso ma alla ricerca di una guida di caratura internazionale e affidata esperienza. Sono questi, i principali argomenti trattati all'interno della Domenica Sportiva di un weekend che ha visto per la prima volta in questa stagione l'Inter capofila solitaria davanti a Napoli e Juventus.

L'Italia e il futuro da Ct

Sono onorato di essere tra i papabili della Nazionale ma ciò che amo è stare tutto il giorno a contatto con i giocatori. Il mio desiderio è di allenare ancora un club. Andare in nazionale per me è come cambiare mestiere, ci sono dinamiche differenti che al momento non mi interessano. Il sogno certo è quello di allenare una Nazionale ma è un processo che deve maturare dentro di me perché è una scelta differente dalla realtà attuale.

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I problemi del calcio italiano

Il calcio italiano ha dei problemi e non sono io colui che può cambiare le cose. Non è una questione solamente generazionale, ci sono delle questioni particolari legate alla preparazione e alla crescita. Il calciatore italiano non è al livello delle top internazionali. E' una questione ciclica, i parametri cambiano e così è tutto il movimento che deve cambiare in meglio. Bisogna intervenire sui vivai, con delle regole perfette, delle riforme importanti non solo a parole ma con i fatti. In questo momento manca il campione assoluto, o cambiamo cercandolo e crescendolo.

La forza della FIGC

Non basta un bravo ct per risolvere tutto. La Figc mi ha contattato, ci ho parlato serenamente. Io alleno i club da 20 anni e so perfettamente che c'è un conflitto di interesse con la federazione e i club ma a questo punto la Figc deve predominare sui club. I club devono appoggiare le scelte eventuali altrimenti non se ne viene fuori. In questo preciso momento è il movimento che deve gestire la situazione e tutto il resto dovrebbe dare una mano.

I mali del sistema calcio

Il sistema calcio in Italia non funziona. E' l'unico paese in Europa che non ha gli stadi adeguati. Sono per la metà vuoti, perché la Serie B tedesca fa più spettatori della Serie A italiana? E' un insieme che non funziona, il colpevole non è Ventura o meglio non è solo Ventura. L'Italia non è al mondiale non soltanto per i risultati di adesso: è il sistema che non va

Il futuro di Ancelotti

Il Milan? Mi hanno coinvolto ovunque dalla Arabia Saudita al Milan. Ma non ho mai parlato con i dirigenti rossoneri, non c'è stato alcun contatto. La serie A resta comunque interessante e non mi dispiacerebbe tornare ad allenare da noi. Poi con quale squadra non saprei, chi mi chiamerà? Valuterei senza fare nomi in questo momento. Apprezzo molto la Juve, ma anche la Roma sta facendo benissimo con Di Francesco.

Il Milan di Gattuso

L'allenatore è il parafulmine perfetto, quando le cose vanno male è il capro espiatorio ideale. L'allenatore sbaglia, come tutti. Ma a Gattuso vorrei dire una cosa molto semplice che credo sappia già: se bisogna affondare è meglio affondare con le proprie idee che con quelle degli altri.

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