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Anastasi come dj Fabo: “Aveva chiesto di andare in Svizzera per la morte assistita”

A rivelarlo è stata la moglie, Anna Bianchi che ha raccontato gli ultimi momenti dell’ex campione di Juve e Nazionale: “Mi aveva chiesto spesso di portarlo in Svizzera, per non soffrire più. Poi l’ultima decisione, la rinuncia all’accanimento terapeutico: “È avvenuto tutto molto rapidamente. C’eravamo io e mio figlio. Mi faccio sedare, ci ha comunicato”.
A cura di Alessio Pediglieri
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Le ultime ore di Pietro Anastasi sono state raccontate dai familiari a chi desiderava capire quale male avesse contratto l'ex campione della Juventus e della Nazionale e cosa fosse realmente accaduto. Prima il figlio, poi la moglie hanno confermato che l'ex attaccante aveva contratto anni fa la SLA e che nelle ultime settimane aveva rinunciato a combatterla, sfinito dal male che ne aveva limitato all'estremo il corpo. "Ha deciso di evitare l'accanimento terapeutico, ha scritto poche righe dando il via alle proprie volontà" – ha sottolineato la moglie Anna Bianchi in una intervista rilasciata a "Il Messaggero" – "E' un atto che si fa quando ci si ama e negli ultimi momenti mi ha detto frasi bellissime".

La notizia del decesso

La notizia della morte di Pietro Anastasi è arrivata prima del fine settimana, quando la sua amata Juventus stava preparando la sfida contro la Roma, gara in cui – unica di Serie A – si è poi celebrato il minuto di silenzio e ha visto i bianconeri giocare con il lutto al braccio. Una ‘doccia fredda' per molti, anche per chi sapeva che ‘Pietruzzu' stava male da tempo, perché nessuno conosceva fino in fondo la reale entità delle sue condizioni. Anastasi nel 2018 aveva confessato di aver combattuto e vinto il tumore ma era anche affetto da SLA, il male che non l'ha più lasciato fino all'ultimo momento.

Pietruzzu come dj Fabo

Lo stesso Anastasi aveva ignorato il male che lo aveva colpito perché i suoi familiari non glielo avevano confidato, provando a lasciarlo il più possibile sereno. Ma il decorso della malattia, i problemi annessi che la SLA reca al corpo, limitando fino alla paralisi dei più semplici movimenti, avevano ben presto fatto capire ad Anastasi di averla contratta. E anche per questo aveva chiesto ripetutamente alla moglie di portarlo in Svizzera, per poter procedere alla morte assistita, come era già accaduto a Dj Fabo che abbandonò l'Italia e le sue leggi per porre fine alle proprie sofferenze: "Me lo chiedeva quando era già malato, ma non sapeva ancora di avere la SLA"

La SLA, la ‘stronza'

Proprio la SLA – la ‘stronza' come l'aveva definita Stefano Borgonovo, altro calciatore vittima della Sclerosi Laterale Amiotrofica – alla fine ha portato via Pietro Anastasi anche se solo tre mesi fa la moglie gli aveva confessato il male: "L'ho guardato negli occhi e gli ho detto: Sai cos'hai?. E lui mi ha risposto: Sì, ho la Sla. Ed è rimasto a lungo in silenzio. Aveva già combattuto un tumore, l'aveva sconfitto, ma adesso era all'estremo".

Le ultime volontà

Una presa di coscienza finale che ha portato Pietro Anastasi a decidere di prolungare le sofferenze per sé e i suoi cari, rinunciando alla tracheotomia e scrivendo di proprio pungo che avrebbe anche rinunciato alla rianimazione. La soluzione finale era la sedazione: "È andata proprio così ed è avvenuto tutto molto rapidamente. C'eravamo io e mio figlio. Mi faccio sedare, ci ha comunicato. ‘No, aspetta', l'ho pregato. Ma aveva deciso"

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