Amichevoli, Juventus-Inter. Moratti: “Interveniamo sul calciomercato”

Dopo il brutto stop con il Valencia (4-0 per gli spagnoli e la più brutta Inter di questo primo scorcio di preparazione) Massimo Moratti, volato a New York per vedere all'opera i suoi ragazzi, è subito intervenuto. A parole, ma fra poco lo farà anche con i fatti. Dopotutto c'è da salvare il prestigio internazionale di una squadra che, anche se non farà le Coppe, ha necessità assoluta di ben figurare nelle apparizioni in giro per il mondo. E il fatto che questa notte (00.30 ore italiane) ci sarà il Derby d'Italia ‘made in USA' contro la Juventus è lo stimolo ulteriore per far sapere a tutti che la società interverrà pesantemente sul mercato che chiuderà solo il prossimo 2 settembre.
Una prova d'orgoglio e di carattere – La sfida contro i bianconeri campioni d'Italia è un confronto diretto dal sapore storico. Non solo perchè è la prima volta in assoluto che il cosiddetto ‘derby d'Italia' si giochi oltreoceano, seppure in amichevole, ma soprattutto perchè è un'occasione perfetta per ridare smalto al ‘marchio' nerazzurro fin qui maltrattato nella Guinness Championship Cup, il torneo organizzato con i top-team di mezzo mondo in cui ad oggi l'Inter ha rimediato due sonore sconfitte, subendo 6 reti e non segnandone alcuna. Una vetrina importante, al di là del settimo posto in gioco, oltre ad un antipasto da non fallire anche per l'ambiente e i propri tifosi cui poco o nulla interessa che non vi sia nulla in palio. Contro gli ‘odiati' (sportivamente) bianconeri dovrà esserci partita vera, prestazione assoluta. Insomma, una vittoria o una sconfitta con l'onore delle armi. E Moratti lo sa: "È sufficiente un po’ di buon senso per capire che di questi tempi il concetto di vittoria e sconfitta non è assoluto: se vinci ti sembra di essere fortissimo e forse non lo sei, se perdi ti senti disperato e invece poi scopri che la situazione non è così grave". Così ha provato a stemperare le critiche nell'immediato post Valencia-Inter
Pronto l'intervento sul mercato – Ma non ci crede nemmeno lui perchè sa perfettamente che una prova convincente con la Juventus varrebbe più di mille altre partite ben giocate. E darebbe ossigeno alla società per agire sul mercato con maggior calma, laddove fino ad oggi si è operato poco o nulla. "Al di là di una questione di condizione atletica, c’è un problema di qualità" ha ammesso il patron nerazzurro che ben sa cosa vorrebbero i tifosi. "Quando i giocatori staranno bene di gambe si capirà davvero quanta ne manca a questa Inter, e in quel caso starà alla società intervenire. Mazzarri non fa richieste che possono metterci in difficoltà, ma piuttosto discorsi logici, che ci consentono di avere il tempo che serve per trovare le necessarie soluzioni". Un giro di parole per dire che questa rosa oggi non è competitiva e da qui a settembre ci si dovrà aspettare qualche mossa importante in entrata.
Taider, Wallace e… – Non a caso le ultime voci di mercato confermano come l'Inter sia in pressing su Taider del Bologna, una trattativa ben avviata anche se la società felsinea sta valutando se ricevere solo soldi o una contropartita tecnica nell'operazione. Così come per Wallace, l'esterno che piace a Mazzarri e che dovrebbe arrivare in alternativa all'irraggiungibile Isla (bloccato proprio dai bianconeri). E sullo sfondo, lavori in corso anche in attacco dove potrebbe arrivare un nuovo rinforzo, possibilmente già pronto per la serie A. i nomi caldi sono Osvaldo (ma la Roma opta per l'estero) o Gilardino (che però piace molto proprio alla società giallorossa).
In attesa di Thohir – Intanto resta sempre calda la pista che porta al passaggio di proprietà, altro tema che oggi sta rallentando le manovre di mercato nerazzurre. Le ultime confermano le sensazioni di inizio estate, cioè che l'affare si farà e le firme potrebbero arrivare entro metà agosto. "Non vedo tempi lunghi" ha sottolineato Moratti e Thohir ha dato procura per poter chiudere l'affare senza avere l'obbligo di tornare personalmente in Italia. Le ultime nubi, tornate all'indomani dell'arrivo a Milano del tycoon indonesiano, sembrano definitivamente scomparse.