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Amburgo, Jansen si ritira a 29 anni: “Ho chiuso col calcio, mai bacerò un’altra maglia”

Marcell Jansen, svincolato dall’Amburgo, appende le scarpette al chiodo: “Non m’interessano i soldi, in undici anni di Bundesliga ho già guadagnato bene. Sono troppo legato a questo club e a questa città per accettare altre offerte”.
A cura di Maurizio De Santis
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Marcell Jansen ha deciso che a 29 anni e tre club diversi possono bastare. L'ex terzino sinistro di Borussia Moenchengladbach, Bayern Monaco, Amburgo e della Germania (45 presenze, compresi i Mondiali 2006, 2010 e l'Europeo 2008) ha deciso di appendere le scarpette al chiodo. Continuerà a giocare al calcio ma lo farà solo per hobby, per divertirsi e nulla più. Cosa farà adesso? Avvierà una start-up e si confronterà con le leggi del mercato, non quello dei calciatori. Le malelingue raccontano che i continui infortuni (nell'ultima stagione ha disputato solo 11 partite) e una condizione fisica precaria lo abbiano spinto a dire basta.

In un'intervista al giornale tedesco ‘Bild', invece, il calciatore ha spiegato di sentirsi soddisfatto così, che la sua carriera può anche chiudersi sull'Elba. "Ci ho pensato a lungo in vacanza – ha ammesso Jansen -. Sono in forma, sto bene e avevo anche buone offerte per andare a giocare altrove. Sarei stato anche un ottimo affare perché chi mi avrebbe ingaggiato lo avrebbe fatto a parametro zero. Potrei anche essere pagato bene ma non m'interessa, per me finisce qui. In undici anni di Bundesliga ho già guadagnato abbastanza".

Motivazioni personali e una scelta di cuore, al quale mai si comanda. Anche Jansen s'è piegato alle sue ragioni e rivela che, dopo aver stretto un legame così forte con l'Amburgo (società anseatica che detiene il record di non essere mai retrocessa dalla Bundesliga), mai avrebbe potuto indossare un'altra maglia. "Continuerò a vivere ad Amburgo e amerò per sempre questo club. Sono molto affezionato anche al ‘Gladbach, dove ho iniziato. Ma non riesco a immaginarmi in un altro club adesso. Non voglio mentire a nessuno, né a me stesso. Non sono capace di baciare un'altra maglia, non sarebbe giusto". Tutto vero, non è una favoletta… anche nel mondo del calcio dominato dal dio denaro c'è ancora chi conserva intatti valori dispersi nei mille rivoli delle trattative.

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