Allegri sbotta in tv: “Il calcio è una cosa semplice. Io vinco e aspetto tutti al varco”
A Sky replicò stizzito ai giornalisti che da studio gli avevano fatto notare che la sua Juventus non eccelle per stile di gioco. Massimiliano Allegri concede il bis durante le interviste in Rai e questa volta lo sfogo è molto più duro. Sarà che la stagione è finita, lo scudetto in tasca e la Coppa Italia in bacheca. Sarà che il quarto trofeo nazionale consecutivo (che si aggiunge ai sette tricolori di fila) lo inebria a tal punto da mettere da parte tatticismo e pragmatismo anche davanti ai microfoni. Sarà che, nonostante vinca sempre, ne ha le scatole piene di sentirsi dire che non è abbastanza per essere considerato bravo.

Cosa dovrebbe fare di più? E allora capita che bersaglio della sua filippica sia Mario Sconcerti: da studio gli chiedono se non teme scricchiolii, di aver raggiunto il massimo e che – prima o poi – la china prenda una direzione diversa. Allegri sbotta ed è un fiume piena: snocciola concetti come quando urla ordini alla squadra oppure sbottona il cappotto e lo lancia per terra. Di solito si gira di scatto e guadagna la strada dello spogliatoio senza nemmeno voltarsi verso il campo, adesso affronta a muso duro l'interlocutore.
Il massimo non c'è mai. E io non vedo né sento scricchiolii – ammette il tecnico, madido di sudore e di gioia per la conquista della Coppa Italia -. Mi parlate di massimo… ma quale massimo se ho perso due finali di Champions. Nemmeno abbiamo smesso di costruire e non c'è alcun rapporto incrinato. Fate domande assurde e rispondo dicendo che bisogna vincere il campionato e poi combatteremo per il prossimo. Mi diverto ad allenare e sono proprio alla fine di niente.
Prende fiato, si ferma un attimo ma è davvero difficile contenersi. L'adrenalina e lo stress accumulato nel corso della stagione ne mettono a dura prova quella lucidità che lo contraddistingue quando c'è da disegnare sulla scacchiera la tattica giusta per imbrigliare l'avversario fino ‘a dargli del matto', stimolare i calciatori con bastone e carota. Alla sua maniera, semplice come appreso da Galeone, dice Allegri citando l'ex allenatore del Pescara.
Io sono cresciuto alla scuola di Galeone che mi ha insegnato a vedere le cose in modo semplice, a volte invece quando si parla di calcio sembra che bisogna mandare i razzi sulla luna. Ci sono quelli che spiegano calcio e quelli che parlano di calcio. Si tratta di gestire i momenti della stagione e fare fronte agli imprevisti. Ma è una battaglia persa, perché sento dire sempre le stesse cose. Ho molta pazienza da vendere e vi aspetto tutti lì, al varco.