Allegri saluta la Juventus: “Lascio una squadra vincente”. Agnelli: “Scelta dolorosa”
C'è grande commozione durante la conferenza stampa che annuncia ufficialmente la separazione tra Massimiliano Allegri e la Juventus. Il cerimoniere d'occasione è Andrea Agnelli, presidente della squadra bianconera, che si è soffermato molto sulla figura dell'allenatore che ha portato a Torino 5 scudetti, quattro Coppe Italia e due Supercoppe Italiane e che non siederà più dal prossimo anno sulla panchina dell'Allianz Stadium. Davanti a tutta la squadra ma con l'assenza rilevante di Pavel Nedved, con il quale pare ci siano state le frizioni più importanti che hanno portato alla rottura ("O me o lui"), Agnelli ha elogiato il lavoro fatto da Allegri e ha fatto capire come il ciclo dell'allenatore livornese fosse terminato:
Un allenatore che ha scritto la storia della Juve. Dalla Juventus del quinquennio, quella di Edoardo Agnelli, nessuno c'era mai riuscito. Ricordo quando con Paratici eravamo a Londra per vedere la finale della Champions League e io gli dissi "Quello sarà il prossimo allenatore della Juventus". Abbiamo dovuto aspettare 14 mesi ma dopo sappiamo tutti cosa è successo. Prendere la Juve tra le contestazioni, ha rivinto lo scudetto partendo dal 16 luglio e i numeri parlano per lui. Questi sono stati cinque anni bellissimi. Abbiamo vissuto da vicini di casa, facendo colazione allo stesso bar e con le famose cene di cui spesso abbiamo parlato.
La cosa che mi rende già orgoglioso è quella di aver trovato un amico con cui confrontarmi su tanti argomenti. In questo momento abbiamo fatto le nostre valutazione per il prossimo anno, quando la Juve partirà per vincere tutto in Italia e in Europa; lavoreremo sulla squadra femminile, sull'Under 23 e sui tanti progetti che ci vedranno protagonisti nel futuro. Quando immaginavo, tra me e me, dopo la sconfitta con l'Ajax di andare avanti con Max ero sincero ma poi sono arrivate altre valutazioni e anche un po' di commozione per ciò che stava per finire. Grazie Max!
Il numero uno della Vecchia Signora si è soffermato e ha spiegato cosa è cambiato nell'ultimo mese, ovvero dalla conferma dopo la sconfitta con l'Ajax fino all'annuncio della separazione:
È stato un percorso di un mese da parte di professionisti e abbiamo capito che il ciclo era finito. Questo è figlio di una consapevolezza e di una profondità di analisi di persone che non si trascinano ma capiscono i momenti.
Andrea Agnelli ha chiuso la conferenza stampa ribadendo che la Juventus è il bene primario e tutti gli altri girano intorno: "Guardiamo alla storia della Juventus. Tutti sono stati utili, nessuno indispensabile, dal presidente al magazziniere. La storia della società deve essere sempre più grande della singola persona. Ma la scelta di non andare avanti con Allegri è stata molto difficile".
Allegri: Bisogna festeggiare cinque anni straordinari
Un emozionato Massimiliano Allegri ha sorseggiato più volte dalla bottiglietta d'acqua vicino a lui e ha parlato dei suoi anni con la squadra bianconera, parlando dei rapporti con la società, i calciatori e sulla squadra che lascia il prossimo anno:
Ringrazio il presiedente e ringrazio i ragazzi per quanto fatto. Ho avuto grandi gruppi e lascio una squadra forte e che sarà capace di fare ottime cose in futuro. Io ho espresso le mie idee e poi la società ha fatto le sue valutazioni. Lascio un gruppo con giocatori e uomini straordinari, che può continuare a vincere anche in futuro. I miei rapporti con la società sono straordinari, era arrivato il momento giusto per lasciarsi nel migliore dei modi. Il prossimo anno la Juve ripartirà con una società super e una squadra straordinaria.
Sulla gara di domani con l'Atalanta, il tecnico livornese ha voluto distogliere l'attenzione dal suo addio e focalizzarla su due aspetti:
Domani sera bisogna festeggiare perché ci sono due cose da festeggiare: una è la vittoria dello scudetto e una è l'addio di Andrea Barzagli. Lascia il professore dei difensori, senza togliere agli altri, ma dobbiamo tutti festeggiare. Celebreremo cinque anni straordinari.
Non poteva mancare la domanda sul dibattito sul bel gioco che tanto ha animato le ultime settimane:
Quando lavori alla Juve devi sapere che devi arrivare in fondo e vincere. Il giocar bene o giocar male dipende anche dai risultati che ottieni. Io da allenatore devo sempre analizzare la prestazione e non i risultati. Per vincere gli scudetti bisogna vincere anche quando giochi male. Il giocar bene senza vincere le gare nel calcio non significa niente… Il risultato fa scrivere i giornalisti in modo diverso, però comunque dico sempre che nel calcio è strategia, bisogna capire i momenti della partita. A nessuno piace perdere, ma se uno si accontenta di uscire dal campo e dire abbiamo giocato bene e abbiamo perso, non fa per me.
Infine Massimiliano Allegri ha parlato del suo futuro ma non ha lasciato trasparire nulla di chiaro o di già deciso, a parte il fatto che vorrà stare con i suoi cari senza lo stress lavorativo:
Non so cosa accadrà nelle prossime settimane. Intanto c'è da chiudere la stagione… può darsi anche una pausa mi faccia bene. Restare fermo per un anno è una possibilità. Vuol dire che mi dedicherò un po' di più alla mia famiglia, alla mia compagna, ai figli e a mio padre. Vediamo cosa succede… ripeto, non so ancora bene cosa farò. Magari dopo il 15 luglio magari comincia a venirmi voglia di lavorare.