Allegri: “Insulti razzisti intollerabili, ingiusto fermarsi. Servono educazione e rispetto”
Cita educazione e rispetto, valori che col calcio odierno nulla c'entrano. Fermare il calcio? No, per non darla vinta ai violenti. Maggiore senso di responsabilità da parte di tutti, a cominciare dai protagonisti? Sì. Massimiliano Allegri – autore dello sfogo che mercoledì scorso era diretto al presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, per le parole su Rizzoli – torna sulla vicenda e su quanto accaduto a Milano in occasione di Inter-Napoli.
Soltanto l'ordine pubblico può sospendere la partita – ha ammesso Allegri in conferenza stampa -. In ogni caso credo sia intollerabile qualsiasi forma di razzismo e di insulto, anche nei confronti di morti o di tragedie che sono accadute in passato. In Italia purtroppo abbiamo perso l'educazione e il senso del rispetto. Ma questa è una cosa che non riguarda solo il mondo del calcio. Lo sport è molto educativo ed entrare nelle scuole farebbe bene: su 100 ragazzi, magari 70 o 80 puoi metterli sulla buona strada.
Allegri torna su un altro concetto che ha espresso dopo il pareggio di Bergamo contro l'Atalanta: il richiamo a un maggiore senso di responsabilità, al peso delle parole e all'opportunità di lasciarsi andare a certe dichiarazioni che a nulla servono se non ad avvelenare ulteriormente il clima.
Le nostre parole sono importanti, dobbiamo essere responsabili ed usare un pizzico di intelligenza per non aumentare l'esasperazione.
Stadio chiuso, due giornate di squalifica inflitte all'Inter per gli ululati razzisti nei confronti di Koulibaly. Il giudice sportivo non ha lesinato severità nel punire l'atteggiamento della tifoseria nerazzurra ‘sorda' ai richiami dello speaker.
Non so se è giusto chiudere gli stadi – ha aggiunto Allegri -. Se hanno preso questa decisione, vuole dire che è giusto. Ma così il problema si risolve momentaneamente, il problema si deve risolvere a monte. Serve prendere delle misure preventive.