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All’asta il Caffè Platti, laddove nacque la Juventus

Sulla panchina di fronte all’antico locale di Torino un gruppo di studenti del Liceo Classico Massimo d’Azeglio fondò la Juventus. Chiuso per debiti pari a 3 milioni il 23 gennaio scorso, adesso il Caffè Platti frequentato dal fondatore della Fiat, Agnelli, andrà all’asta per 200mila euro.
A cura di Maurizio De Santis
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Il Caffè Platti, che aveva chiuso i battenti il 23 gennaio scorso per debiti gestionali divenuti ormai insostenibili, adesso va all'asta. Il 14 aprile prossimo verranno aperte le buste dinanzi al giudice Enrico Astuni: basteranno 220 mila euro (è la base di partenza che verrà battuta in tribunale) per aggiudicarsi un pezzo di storia di Torino. Fondato nel 1875, è lì che vent'anni più tardi (1897) un gruppo di studenti che frequentava il Liceo Classico ‘Massimo d'Azeglio' si ritrovò per fondare la Juventus: dinanzi all'antico locale piemontese, accomodati sulla panchina divenuta un'icona della tradizione bianconera, nacque la ‘vecchia signora'.

Un secolo dopo Giovanni e Umberto Agnelli, l'avvocato Vittorio Chiusano e Giampiero Boniperti vennero immortalati in una foto storica, seduti lì dove tutto cominciò per ardimento di ‘gioventù o juventus' (come gli antichi latini). Un cimelio, quella panchina, recuperata e messa in mostra al Museo dello Sport. Un simbolo salvato dall'oblio del tempo e dell'uomo che spesso dimentica le proprie origini.

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Disavanzo di 3 milioni d'euro

E' il monte complessivo dei debiti che hanno portato il Caffè Platti a calare la saracinesca nonostante registrasse (soprattutto negli ultimi tempi, quelli più duri) incassi giornalieri mai al di sotto dei quattro, cinquemila euro (almeno il doppio nei periodi più rosei della gestione). "Solo i dipendenti hanno crediti per 500mila euro", ha ammesso, Luca Poma, il curatore fallimentare nominato per la causa (come riportato da Piemonte24news). ‘L'azienda è essenzialmente composta da un contratto d'affitto di azienda, magazzino, attrezzature, contratti di lavoro dipendente e altri contratti', si legge nell'avviso del Tribunale. Quasi un epitaffio che ha rappresentato un abituale luogo di ritrovo per il fondatore della Fiat, Gianni Agnelli, per i rampolli della borghesia e gli intellettuali.

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